Biathlon | 29 gennaio 2024, 15:50

Anamarija Lampic: "Il biathlon è stato come l'ultimo treno preso al volo"

Dmytro Yevenko

Dmytro Yevenko

La storia del biathlon è ricca di esempi di fondisti di successo che si sono innamorati del biathlon e non hanno saputo resistere al richiamo di questo sport, facendo anche molto bene con la carabina sulle spalle. Esempio più vicino a noi e noto ai più è sicuramente quello di Denise Herrmann-Wick ma come dimenticare Magdalena Forsberg o la compianta Anfisa Reztsova.

A questo gruppo di biathlete "convertite" e di grande successo spera di unirsi anche la slovena Anamarija Lampic che ha deciso di prendere sul serio una passione per il biathlon che viene da lontano, dalla sua infanzia, quando giocava sulla neve con suo fratello. L'IBU hanno realizzato una videointervista in cui dà a tutti gli amanti del biathlon di conoscerla meglio come atleta e come persona, anche grazie al suo allenatore Ricco Gross e alla compagna di squadra Polona Klemencic .

"È iniziato tutto un po' di tempo da, quando ero una bambina, quando con mio fratello giocavamo a correre tra la neve e tiravamo 5 palle di neve sull'albero e per ogni colpo mancato facevamo come un giro di penalità"

Da allora la sempre sorridente slovena ha intrapreso una strada diversa, ma quando si è presentata di nuovo l'occasione, ha iniziato il suo viaggio nel biathlon con un obiettivo chiaro davanti a sé: i Giochi Olimpici di Milano-Cortina nel 2026.

"Sono il tipo di persona che ha bisogno di aggiungere un po' di pepe nella sua vita, cercando sempre qualcosa di nuovo" ha raccontato "e quando mi è stato proposto è stato come saltare al volo sull'ultimo treno disponibile per provare un nuovo sport"

La cosa che le manca di più dello sci di fondo è la tecnica classica, ma il pubblico e il tifo dalle tribune è qualcosa che compensa a sufficienza.

"Mi piace quando per ogni bersaglio preso la gente esulta...a me non capita di solito, ma prego di riuscirci anche io un giorno! Il biathlon è più divertente, e poi ci sono un sacco di persone lungo il tracciato in ogni venue. Tutto è incredibile...per ora!"

Nonostante sia sempre una delle atlete più veloci in pista, il poligono rappresenta ancora un tallone d'Achille per la slovena.

"Quando ci sono le gare individuali è più facile per me rispetto alle gare contro le avversarie, perché quando si arriva tutte insieme al poligono è completamente diverso. Devo ancora imparare a gestire questa situazione, quando sono sul tappetino devo tenere fuori le altre atlete e non sentire cosa stanno facendo, quanto sono veloci e immergermi completamente nel mio mondo, ma è ancora impegnativo per me"

Per la 28enne il processo di apprendimento e di inserimento nel biathlon è ancora molto lungo, soprattutto per quanto riguarda le tattiche di gara e adattare le proprie caratteristiche di sciatrice alle necessità del tiro. Ma il suo allenatore, Ricco Gross, è convinto che potrà riuscirci.

"Penso sia meglio andare veloci sugli sci e non sparare bene che sparare bene e non andare veloci sugli sci. Penso che la mia soluzione sia la migliore, o almeno lo spero"

E la speranza è anche la nostra, che possa presto nascere una nuova stella nel biathlon che possa infiammare le gare e regalarci tanto spettacolo. Per vedere l'intervista completa, clicca QUI.

Federica Trozzi