Nella giornata conclusiva di gare nel weekend tedesco di Coppa del Mondo di sci di fondo, il programma offriva le staffette. Diverse nazioni nella gara femminile, tra cui gli Stati Uniti, hanno scelto di non partecipare alla staffetta in quel di Oberhof, preferendo invece guadagnare un giorno in più di riposo rispetto alle avversarie. Tra le nazioni assenti anche gli Stati Uniti, capeggiati dalla vincitrice del Tour de Ski Jessie Diggins e attuale pettorale giallo di leader della Coppa del Mondo.
Un’assenza che pesa, non solo in termini di competitività e di livello tecnico per la gara in sé, ma anche per lo spettacolo, elemento cruciale in uno sport che fatica a fidelizzare nuovi spettatori e a mantenere interesse negli appassionati
Questa decisione che ha alzato molte critiche nel circuito, in particolare tra le fondiste svedesi, autrici di una vittoria netta con il primo team a cui solo il quartetto Germania I ha saputo parzialmente tener testa.
«È un peccato che le nazioni presenti non abbiano una squadra al via. Noi invece, possiamo essere orgogliosi di averne addirittura due. Penso che avrebbero potuto riposare domani» ha detto Ebba Andersson a SVT Sport ieri, al termine della gara.
Ad Andersson fa eco Linn Svahn, che è d'accordo con la compagna di squadra.
«Penso che la staffetta sia una delle cose più belle che si possano fare quando si gareggia l'uno per l'altro e questo dovrebbe pesare almeno quanto i punti nelle gare individuali»
Naturalmente, si tratta di un argomento complesso, ma dovrebbero essere gli organizzatori stessi della Coppa del Mondo a far capire alle singole nazioni che, a meno di questioni legate alla salute dei singoli atleti, una gara a squadre, ha pari dignità rispetto a quelle individuali e i team dovrebbero fare il possibile per parteciparvi.