Alla vigilia dei Mondiali di Nove Mesto, la Francia del biathlon sta vivendo due momenti opposti. Le ragazze si stanno godendo un periodo dorato, e dopo il successo nella generale dello scorso anno da parte di Julia Simon, in questa stagione hanno raccolto ben otto vittorie (due per la savoiarda e Lou Jeanmonnot, quattro per Justine Braisaz-Bouchet). Viceversa, al maschile la Francia ha trovato cittadinanza sul podio solo grazie alle staffette: a livello individuale, nelle prime 14 gare (e sei tappe) non c’è mai stato un transalpino tra i primi tre. Mai i francesi avevano iniziato così male.
La beffa della mass start di Anterselva, con Quentin Fillon Maillet secondo dopo l’ultimo poligono ma ripreso come se stesse scappando con la bici da una moto, ha rimarcato la crisi di risultati nell’ambiente francese. E Simon ha voluto tirarli su di morale, sottolineando come i risultati delle donne siano anche merito dell’esempio dato dalla squadra maschile negli ultimi anni: «Non è un momento facile per loro. Ieri Quentin ha corso un’ottima gara. Purtroppo non è stato premiato come avrebbe dovuto. Arrivare quarti con un 20/20 al poligono fa male. Mi è dispiaciuto per lui», queste le sue parole riportate da Nordic Magazine.
«Stiamo facendo un ottimo percorso, ma ci sono stati anni in cui è stato il contrario, con i ragazzi sempre davanti a noi», ha concluso. «Abbiamo messo in pratica quanto imparato dai ragazzi per arrivare qui. Vederli ci ha dato delle idee, facendoci dire che anche noi potevamo farlo».
La beffa della mass start di Anterselva, con Quentin Fillon Maillet secondo dopo l’ultimo poligono ma ripreso come se stesse scappando con la bici da una moto, ha rimarcato la crisi di risultati nell’ambiente francese. E Simon ha voluto tirarli su di morale, sottolineando come i risultati delle donne siano anche merito dell’esempio dato dalla squadra maschile negli ultimi anni: «Non è un momento facile per loro. Ieri Quentin ha corso un’ottima gara. Purtroppo non è stato premiato come avrebbe dovuto. Arrivare quarti con un 20/20 al poligono fa male. Mi è dispiaciuto per lui», queste le sue parole riportate da Nordic Magazine.
«Stiamo facendo un ottimo percorso, ma ci sono stati anni in cui è stato il contrario, con i ragazzi sempre davanti a noi», ha concluso. «Abbiamo messo in pratica quanto imparato dai ragazzi per arrivare qui. Vederli ci ha dato delle idee, facendoci dire che anche noi potevamo farlo».