Il tecnico norvegese Steinar Mundal oggi ha 73 anni, ma ne ha trascorsi 35 nello sci di fondo, di cui circa una decina come come capo della squadra nazionale. Da poco in pensione, continua ad osservare con il suo occhio attento e critico la disciplina e non manca di esprimere la sua opinione su quanto accade in Norvegia o nelle gare internazionali, come ha fatto pochi giorni fa, commentando il Tour de Ski, in particolar modo in relazione alla condotta degli atleti norvegesi.
Mundal esprime il suo rammarico sulle pagine di Langrenn a proposito della mole di ritiri che ha interessato la squadra femminile norvegese lungo il percorso della competizione, ritendo che sia diventato troppo facile arrendersi strada facendo quando i risultati non sono all'altezza, spesso con il pretesto di una malattia.
“Quando allenavo la nazionale maschile con Trond Nystad, posso dirvi che tutti i corridori che convocavamo completavano l'intero Tour de Ski. Era molto bello poter partecipare al Tour. Ho notato che cinque delle nove atlete norvegesi sono tornate a casa durante il Tour. Una cosa è Skistad di Kristine Skistad, che aveva deciso in anticipo che avrebbe corso due gare sprint e una gara sulla distanza. Va bene avere un piano. Ma penso che sia troppo facile tornare a casa, anche se si ha una brutta posizione in classifica. Se davvero tutte erano ammalate, allora va bene, ma faccio fatica a crederci. Per quanto riguarda gli uomini, credo che solo Didrik Tønset sia tornato a casa. Sono deluso da quanto accaduto al Tour de Ski di quest'anno. La Norvegia come nazione dovrebbe mostrare un atteggiamento completamente diverso. Adesso dobbiamo mettere insieme il gruppo. Questo vale sia per i manager che per gli atleti.»
Questo considerazioni critiche nei confronti delle fondiste norvegesi, non sono una voce fuori dal coro: alla vigilia della Final Climb dell’Alpe del Cermis anche Northug e Johaug hanno fatto sentire la loro voce su quella che è considerata una vera e propria débacle di squadra.