Biathlon | 17 gennaio 2024, 19:45

VIDEO, Biathlon - Intervista a Tommaso Giacomel: "È normale che nella tappa di casa ci si aspetti tanto da noi, ma siamo bravi abbastanza per gestire la situazione"

Foto credit: Dmytro Yevenko

Foto credit: Dmytro Yevenko

Arriva alla tappa di casa felice ed orgoglioso di quanto ha fatto a Ruhpolding sia in staffetta che nella sprint, conquistando uno splendido secondo posto, per poi sfiorare una nuova impresa nell'inseguimento. Nel media centre "Paul Zingerle", dove la FISI ha organizzato un incontro con i media, Tommaso Giacomel è molto ricercato.

A Fondo Italia, il trentino delle Fiamme Gialle ha analizzato questo suo ottimo momento con la solita calma e attenzione, senza lasciarsi trascinare dall'euforia. L'impressione è quella di avere di fronte un ragazzo molto più maturo di quanto reciti la sua carta d'identità. «La sprint di Ruhpolding è stata di livello molto alto - ammette l'azzurro - anche se ci sono stati abbastanza errori per essere lì, evidentemente tutti abbiamo rischiato molto sparando velocemente. Io stavo molto bene e sono stato preciso, così è arrivato il secondo posto. Già prima di Ruhpolding stavo bene, ma quel contesto si adatta a me. Non a caso, avevo dei bei ricordi dello scorso anno quando giunsi quinto nell'individuale. Quindi già alla vigilia ero fiducioso.
L'inseguimento? Per voi in tv è stato emozionante, per noi dall'interno doloroso (ride, ndr), perchè è stata una gara veramente tirata, si è andato subito a ritmo altissimo. Quando sono arrivato sul tappeto per l'ultima serie, mi sono reso conto che stavo sparando per il podio. Purtroppo ho sbagliato il primo e nemmeno di poco, perché ho avuto troppa fretta ad aprire. Volevo farlo prima degli altri, ma è andata male».

Una motivazione in più era arrivata dai podi ottenuti con la staffetta maschile, anche se Giacomel ci sorprende, perché in realtà non pensa di aver contribuito molto al podio ottenuto a Oberhof: «Credo che a Oberhof non ho fatto niente di speciale, ho sparato male. A terra ho mancato solo un bersaglio con il caricatore, ma ho avuto bisogno di tre ricariche per coprirlo. In piedi ne ho mancati due, ma fortunatamente per noi Samuelsson ha commesso diversi errori. Invece, devo ammettere che la forma avuta nella staffetta a Ruhpolding mi ha dato fiducia anche per la sprint, perché avevo sparato meglio e anche fisicamente mi sentivo bene. Poi il podio in staffetta migliora il clima in squadra e i risultati vengono da sè». 

Il fatto che la tappa casalinga di Anterselva arrivi proprio immediatamente dopo Ruhpolding ha fatto crescere l'attenzione mediatica attorno all'azzurro. Una situazione che Giacomel sta imparando a gestire. «Dopo Ruhpolding sono stato molto ricercato dai media e ho dovuto gestire questo aspetto. Sicuramente nella tappa di casa, c'è gente che si aspetta di più da noi, ma dobbiamo solo pensare a fare il nostro lavoro e credo che siamo bravi abbastanza per gestire la situazione.
L'anno scorso ho avuto un primo impatto con i media abbastanza traumatico, ora sto gestendo meglio questo aspetto importante. Nella passata stagione, già a gennaio ero un po' stanco, invece ora sono più tranquillo». 

Tanti tifosi raggiungeranno Tommaso Giacomel dal Trentino, dal momento che il suo fan club ha organizzato una trasferta di gruppo: «È bello che ci sia tanta gente che fa il tifo per me. Sono molto felice di questo, vuol dire tanto avere persone che mi vogliono bene e vengono a tifare, oltre che per fare festa, visto che qui è sempre una grande festa ad Anterselva».

Dopo aver ottenuto il podio con i compagni della staffetta, uno dei primi pensieri di Giacomel era stato rivolto al suo skiman Luca D'Incau e a tutti i tecnici azzurri: «Ogni giorno, quando arrivo allo stadio, la prima cosa che faccio è salire sul camion degli skiman, salutarli e sentire come stanno. Mi piace stare con loro, perché oltre a essere dei grandi lavoratori, sono anche delle bravissime persone. Loro lavorano dietro le quinte, nessuno fa tanta attenzione a quello che fanno, quando in realtà sono importantissimi, la nostra performance dipende tantissimo da loro».

 

Giorgio Capodaglio