Una gara molto solida per il maggiore dei fratelli Boe, che da veterano del circuito sta mostrando, dopo alcune difficoltà lo scorso anno, quasi una seconda giovinezza. I media della International Biathlon Union, hanno intervistato Tarjei Boe al termine della sprint di questo pomeriggio, in cui ha trovato il podio superato solo dal compagno di squadra Vetle Christiansen e dall’azzurro Tommaso Giacomel.
«Sono molto soddisfatto, è andata molto bene. Questo tracciato è difficile per me essendo abbastanza piatto, molto veloce e senza particolare vento che fa sparare bene, quindi non ci sono margini di errori e bisogna fare un biathlon perfetto per salire sul podio e oggi in realtà l’ho fatto, è solo che non sono in grado di essere veloce qui come lo è Vetle (Christiansen, ndr) quindi è stato un vincitore più che meritevole »
Chiave del risultato odierno sicuramente l’ottima prestazione al poligono, con un 10/10 che però, ammette, non è frutto di particolari ragionamenti.
«Cerco di non pianificare molto durante una gara, quando faccio un buon biathlon sono aperto alle circostanze e mi affido alle sensazioni del momento. Il tiro a terra è stato un po’ più lento del solito, i battiti non erano alti ma sentivo un po’ di tensione nel corpo per qualche ragione e ho preso qualche respiro in più e sono riuscito a venirne fuori bene. Per quanto riguarda il tiro in piedi in realtà non ricordo molto, ma Siggy (Sigfried Mazet, ndr) era felice che io fossi uscito con lo zero e se lui lo è, lo sono anche io. A Ruhpolding è abbastanza facile sparare, il che non significa che si trova sempre lo zero, ma c’è un’altissima probabilità di farlo quindi diventa comunque difficile perché non c’è spazio per gli errori e questo può creare tensione soprattutto mentale. Quindi sono contento di aver fatto un 10/10»
Nonostante una gara quasi perfetta, il maggiore dei fratelli Boe ha dovuto guardarsi le spalle da diversi atleti, in particolare il francese Emilien Jacquelin che, con un doppio zero e un enorme vantaggio in uscita dal secondo poligono, ha rischiato di rovinare la festa ad entrambi i norvegesi, prima di avere un crollo nel finale.
«Non ho visto l’ultimo giro di Jacquelin ma quando ho visto quanto aveva perso ho immaginato facilmente come potesse stare alla fine. Credo che le sue gambe fossero rigide e avesse la lingua di fuori. Gli auguro il meglio, ma sono contento di essere quello che ha preso il posto sul podio»
Il risultato di oggi porta in dote al 35enne di Stryn, come è successo ieri alla compagna di squadra Ingrid Tandrevold, anche il pettorale rosso della classifica di specialità, che porterà in occasione dei Mondiali di Nove Mesto, visto che ad Anterselva la sprint non è in programma.
«Felice di averlo ripreso da Doll, anche se non è stata la sua giornata migliore ma immagino che questa lotta tra noi e molti altri atleti continuerà. È certamente una lotta più aperta di prima, quando Johannes (Boe, ndr) vinceva tutte le sprint. È una bella sensazione, mi dà molta fiducia per i Mondiali. La sprint nel biathlon non è la stessa cosa che nel fondo, non penso di essere più veloce che in passato ora che sto diventando vecchio: scio bene ma il segreto è che il mio tiro è migliore quest’anno nelle sprint, avendo trovato lo zero per 3 volte nelle sprint.»
Biathlon – Tarjei Boe: “Felice per il pettorale rosso, il mio tiro è migliorato nelle sprint quest’anno”
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