Seconda vittoria della stagione per Ingrid Tandrevold, ancora una volta nella sprint; non poteva concludersi meglio la giornata odierna per la norvegese che sembra aver definitivamente fatto quello passo avanti che rincorreva da anni, quando sembrava mancare sempre qualcosa. Attenta al poligono, forte sugli sci, i risultati difficilmente tardano ad arrivare con un pacchetto completo come il suo.
«Per me quella di oggi è stata la gara perfetta, ho fatto tutto quello che potevo e ho dato il meglio di me stessa. Mi ha sorpreso vincere qui a Ruhpolding perché il tracciato è molto difficile, molto simile ad una pista da skiroll e io sono un disastro sugli skiroll. In più si diventa molto nervosi quando si sa che bisogna prendere tutti i bersagli per essere in cima alla classifica come qui, quindi prima della partenza ero molto nervosa ma poi quando sono partita sentire gli spettatori fare il tifo, i miei genitori a bordo pista, mi ha fatto calmare e mi sono divertita» ha raccontato all’IBU dopo la sprint e non abbiamo dubbi che sia vero, visto il sorriso contagioso e le grandi risate che hanno accompagnato l’intervista.
C’è un altro motivo per cui, del resto, la 27enne di Baerum può essere soddisfatta: la vittoria di oggi le ha riportato il pettorale rosso di leader della classifica sprint.
«È una bella cosa! Non mi piacciono particolarmente i colori rosso e giallo, ma se sono su un pettorale sì! Quindi va molto bene! E poi mi piacciono anche le mascotte» spiega, accarezzando la volpe di peluche che le è stata consegnata in premiazione «la mia preferita è l’orsacchiotto…quando sono lontana da casa, almeno ci sono loro a tenermi compagnia!»
Al di là del piccolo siparietto, è una Tandrevold molto cresciuta, oltre che agonisticamente anche mentalmente. Forse anche il nuovo status di “capitana” all’interno del team norvegese femminile, le ha donato una nuova consapevolezza e maturità, sia nel puntare a determinati obiettivi che nel volerli attivamente.
«Non pensavo di poter vincere oggi, il mio obiettivo era quello di fare una buona sprint per avere una buona posizione di partenza nell’inseguimento. In passato non erano cose a cui pensavo, quest’anno invece mi permetto di puntare e pianificare una vittoria prima di una gara, inizio a pensare che la vittoria può essere alla mia portata e so di poter fare delle gare che sono potenzialmente da vittoria, anche perché se non ci credi non accadrà da sé. Penso sia importante credere che sia possibile e oggi ho dimostrato che è possibile, in effetti.»