Il caso legato all’ex numero uno dell’International Biathlon Union Anders Besseberg si arricchisce di nuovi particolari. Si è infatti aperto ieri presso il tribunale norvegese di Buskerud il processo a suo carico, relativo all’accusa di corruzione. In particolare, a Besseberg si attribuisce la colpa di aver ricevuto favori da leader sportivi russi, tra i quali alcune squillo oltre a regali costosi come orologi di lusso, battute di caccia pagate e automobili di valore. Nella giornata di oggi, Besseberg è stato chiamato a presentare la sua deposizione in tribunale, dando la sua versione e rispondendo alle accuse che gli si imputano a partire dal 2018, anno in cui la giustizia norvegese intraprese la prima azione contro di lui. “Avrei dovuto indagare sul valore di una parte di ciò che ho ottenuto – spiega Besseberg davanti alle autorità – ma non l’ho mai fatto abbastanza”. Nella lunga deposizione, riportata da NRK, l’ex presidente dell’IBU risponde punto per punto alle accuse, chiarendo la sua posizione.
La posizione di Besseberg che emerge dalla deposizione porta avanti la tesi secondo la quale le accuse mosse sono il frutto di una campagna di diffamazione: “Non ho mai sfruttato la mia posizione per scopi privati o per profitto” sentenzia Besseberg. Alle sue parole si aggiungono anche quelle del suo difensore, Christian B. Hjort, che – in alcune dichiarazioni riportate sempre da NRK – sostiene: “Vogliamo dimostrare che non esiste alcuna base per una simile narrazione”.
In riferimento al primo orologio, che si suppone gli venne donato da un esponente russo del biathlon in occasione della Coppa del Mondo di Khanty-Mansiysk nel 2011, Besseberg precisa: “Niente in questo orologio Omega dimostra che fosse un orologio particolarmente costoso. La volta successiva che ho incontrato Kushchenko gli ho chiesto se l’orologio che avevo ricevuto da lui era fatto di vero oro. Ha detto di sì”, prosegue Besseberg, ammettendo che avrebbe dovuto insistere maggiormente nel voler restituire l’orologio. Andando avanti, il norvegese fa riferimento ad un altro orologio: “Quello era un orologio che ho scambiato con un russo che voleva assolutamente il mio orologio Adidas. L’ho usato per molti anni come orologio da lavoro. Era nell’armadio della cucina quando Økokrim lo portò via. L’orologio era usato quando l’ho ricevuto in cambio”. Il discorso si sposta poi su un terzo orologio, che si suppone gli sia stato offerto dall’ex biathleta russo Aleksander Tikhonov (ex vicepresidente dell’IBU) durante una cena a Holmenkollen: “Mi sono rifiutato di accettare l’orologio”, spiega Besseberg.
Passando invece alle accuse che si riferiscono all’ottenimento di favori da parte di una prostituta pagata da un biathleta russo a Mosca nel 2013, l’ex presidente dell’IBU specifica di aver corretto le sue prime dichiarazioni rese alla polizia – in cui sembrava emergere l’ammissione di colpa – e aggiunge: “Fuori c’era una donna più giovane, vestita normalmente, che ho fatto entrare nella stanza perché pensavo fosse venuta dal comitato organizzatore con informazioni e un programma per il giorno successivo”. Besseberg – sempre secondo quanto riporta NRK – spiega di aver fatto entrare la donna, ma di essere tornato a sdraiarsi a letto, cercando di parlare con lei in inglese e in tedesco, ma ricevendo risposte soltanto in russo. “Ho detto in inglese che dovevo dormire – prosegue Besseberg – Non ho ricevuto alcuna prestazione sessuale da questa donna, che forse è rimasta nella mia stanza appena 2-3 minuti”. Infine, a proposito dell’accusa di aver accettato battute di caccia offerte, Besseberg esclude che si tratti di favori connessi con il suo ruolo all’interno dell’IBU: "Per me è stato un grande regalo da parte di un compagno di caccia di 20 anni".
Biathlon – Nuovi sviluppi nel caso Besseberg, la deposizione: “Non ho mai sfruttato il mio ruolo per scopi privati o per profitto”
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