Nuovo anno, usanze antiche. E dopo la pausa per le feste, insieme alla ripresa dell’attività, torna anche l’appuntamento con l’analisi di Giuseppe Piller Cottrer che per questo primo focus del 2024 prende spunto da una considerazione in chiave… femminile.
“Approfittando della pausa dei vari circuito, mi sono preso la briga di fare delle ricerche per entrare nel merito del rendimento delle atlete al rientro dalla maternità. L’esempio di Justine Braisaz Bouchet è solo l’ultimo di una casistica piuttosto corposa che abbraccia tanto gli sport invernali quanto quelli estivi.
La letteratura evidenzia come in molti casi ci sia un miglioramento dei risultati tra il pre-maternità ed il post. Interessante potrebbe essere uno studio sinottico e specifico su quali siano gli aspetti maggiormente evidenziati: personalmente mi sembra una tematica davvero rilevante e che coinvolge sia aspetti di carattere fisico-metabolico, sia di carattere mentale, quasi che il tornare in gara da madre trovi ancora più passione e carica nelle atlete”.
Madri e non solo, in realtà.
“Sì, perchè il concetto – con tutti i distinguo del caso – può essere allargato anche al campo maschile: in più occasioni la paternità ha portato benefici. Lo Johannes Bø dello scorso anno ne è un esempio, così come Nicola Romanin, protagonista sin qui di una stagione di alto livello con la meritata convocazione in Ibu Cup. Mi piacerebbe tornarci, su questo tema”.
Caso diverso, ma per certi versi collegato, è quello del rientro dagli infortuni.
“E qui non posso che prendere spunto da Lukas Hofer. La sua prestazione nella staffetta di Oberhof è stata eccezionale. Le questioni legate al “Return to play” dopo infortuni e/o interventi sono delicate e di non scarso valore. Soprattutto per atleti non più giovanissimi: il percorso di ripresa e ritorno non è banale e richiede del tempo. Anche per questo mi preme sottolineare la grande valenza di una figura come Luki per il biathlon azzurro: è un autentico promoter del nostro mondo, con ancora molto da dare e da dire. Il terzo posto della staffetta è davvero prezioso, arrivato con tre atleti del terzo millennio affiancati da Hofer. A volte ci dimentichiamo di sottolineare la giovinezza di Giacomel e Bionaz, sembrano dei veterani ma…
Lo stesso Zeni sta crescendo continuamente, bene direi”.
Restando ad Oberhof, la sensazione è che influenze e simili abbiano scombinato i valori in campo più di quanto le assenze possano raccontare.
“Quest’anno è tosta, l’influenza. Non lo devo scoprire io. Lisa Vittozzi è stata brava a mantenersi su alti livelli pur non essendo in piena salute, Dorothea Wierer fa bene a concedersi una pausa per non rischiare di debilitare ancor più un fisico che evidentemente ha bisogno di tempo. E chissà quanti altri atleti in questi giorni hanno gareggiato in condizioni non ottimali: fa parte del gioco e spesso l’ammalarsi o no in queste ondate fa davvero tutta la differenza del mondo. Domani le ragazze saranno già in pista a Ruhpolding: vediamo se le indicazioni saranno già diverse, per alcuni casi”.
Spostando lo sguardo sull’Italia, il circuito nazionale ha visto la promozione di diversi giovani in Ibu Cup.
“Sono fermamente convinto che la Coppa italia sia davvero imprescindibile, una nostra grande risorsa. Barale, Betemps, Carpella: sono giovani che hanno conquistato e meritato il posto in Ibu Cup nella tappa della Val Ridanna, così come Romanin che è salito di livello su ogni fronte, quest’anno. E più le gare sono agonisticamente valide, più il beneficio è generalizzato: questa sarà una settimana decisamente impegnativa tra Coppa del Mondo, Ibu Cup e sfide tricolori. Mi aspetto segnali davvero interessanti”.