È stato protagonista di un buon Tour de Ski, nel quale ha chiuso al 34° posto, ottenendo due ottimi risultati nelle sprint, a Dobbiaco e Davos, chiuse al 20° e 15° posto, ma facendo bene anche nella mass start a classico della Val di Fiemme, nella quale ha terminato 19°. A Fondo Italia, Elia Barp ha parlato della sua prima esperienza nella corsa a tappe che è l'evento più importante della Coppa del Mondo di sci di fondo, nella quale si è misurato con la fatica di tante gare consecutive, ha imparato a soffrire, ma anche a stare in gruppo.
Il finanziere azzurro ha parlato anche del futuro, dopo questo Tour de Ski sicuramente positivo, anche se Barp cerca sempre di restare con i piedi per terra, senza esaltarsi troppo per qualche piazzamento, avendo obiettivi molto importanti.
Ciao Elia. Partiamo dalla fine: com'è stata questa prima esperienza sul Cermis?
«È stata dura. Più che altro, è nevicato tutta la notte, quindi sul tratto iniziale della Marcialonga si sprofondava di una ventina di centimetri nella neve venti, una gara subito tosta già da lì. Iniziata la salita, ho cominciato con il mio passo e mi superavano da tutte le parti. In realtà pian piano è andata meglio, ho recuperato qualche posizione. Alla fine non sono esploso e va bene così per essere la prima volta. Abbiamo finito il primo Tour e sono contento».
Che esperienza è stata? Immagino tu abbia avuto modo di imparare anche tanto.
Si, nel Tour de Ski impari che basta un attimo, magari se sei appena fuori condizione, che arrivi dietro la musica, ma quando sei in condizione scopri che puoi ottenere risultati. Come si è visto, è difficile arrivare in fondo, perché se tiri troppo la corda o non sei attento ai piccoli segnali che ti dà il corpo, rischi di ammalarti. Abbiamo visto tantissimi abbandoni in questo Tour de Ski. Io da questo punto di vista sono stato fortunato. Sto bene e non ho avuto problemi fisici, quindi è un lato positivo. Mi porto a casa alcune belle gare ed altre più brutte. Direi non è andata male».
Si, qualche bel risultato è arrivato.
«Ho portato a casa due top venti e una top quindici, quindi va bene così».
Quali sono i prossimi obiettivi? Proseguirai in Coppa del Mondo, oppure guarderai al Mondiale Under 23?
«Non lo so. A inizio stagione, con Markus (Cramer, ndr) ci siamo detti di guardare come sarebbe andata la prima parte della Coppa del Mondo, per poi fare le nostre valutazioni. Penso sia andata discretamente bene, quindi devo nuovamente parlare con lui. Credo lo faremo questa settimana, prima di Oberhof e Goms. Immagino che la sua idea sia più di continuare a fare esperienza in Coppa del Mondo, ma non ho la certezza perché non abbiamo ancora discusso».
Dopo questi mesi in Coppa del Mondo e con un Tour de Ski alle spalle, ti senti un fondista migliore?
«Rispetto agli anni scorsi sicuramente, ma anche rispetto a una settimana fa. Secondo me, ho imparato a stare in gruppo, già rispetto a Ruka è tutta un'altra cosa. Inoltre, ho fatto delle belle esperienze nelle sprint, che sono utili. Ho imparato molto».