Ancora una volta è stata stoica, esempio di atleta dal cuore infinito, capace di arrivare al traguardo dopo aver messo in pista anche l'ultimo grammo di energia. Alla fine però con la bocca aperta, il dolore alle costole, le gambe praticamente ferme, Diggins è riuscita a tagliare il traguado al sesto posto, vincendo comunque con un margine di 31"6 su un'ottima Heidi Weng.
Un successo bellissimo per Diggins, reso speciale dalla contemporanea vittoria della sua compagna di squadra, Sophia Laukli, che si è imposta nella tappa: «È fantastico essere di nuovo sul gradino più alto del Tour de Ski - ha affermato in mixed zone la statunitense - e sono davvero grata al mio team per il bel lavoro che ha fatto nel preparare il materiale e supportami durante le gare. Questa vittoria è di tutta la squadra. È un gran giorno per gli Stati Uniti, ma devo dire che tutto il Tour è stato pieno di soddisfazioni per tutti. Non potevamo chiedere di meglio, è bellissimo».
Ovviamente ai vari media presenti, Diggins ha anche parlato dell'evidente sofferenza con cui ha affrontato la salita del Cermis, generata dal problema alle costole causato dalla caduta di Davos. Nonostante tutto la statunitense non si è arresa e arrivando al traguardo senza più emergie e sofferente, si è portata a casa il Tour de Ski: «Avevo difficoltà a respirare ed ero un po' presa dal panico - ha raccontato la statunitense a SVT - è stata davvero dura. Non riuscivo a sentire le gambe per la seconda metà della gara ma sapevo che dovevo andare avanti. È stato doloroso, ma ci sono riuscita».
Diggins ha poi parlato del dolore alle costole che si porta dietro dalla caduta nell'inseguimento a classico di Davos e non le ha permesso di esprimersi a meglio nelle ultime gare, dove ha però stretto i denti, come sempre: «Negli ultimi tre giorni mi hanno fatto male le costole ed è stata una grande sfida. La mia specialità sembra essere quella di affrontare il dolore».