La mass start maschile di ieri, penultima competizione del Tour de Ski, ha dato l’impressione, in gran parte della gara, una prova di “ricognizione” in condizioni molto impegnative. Ma quando si è arrivati alla volata finale, ci sono stati alcuni episodi problematici; in particolare, nella discesa finale, tre corridori sono caduti. Il primo a cadere è stato l’azzurro Dietmar Nöckler: dietro di lui il tedesco Lucas Bögl si è salvato mentre altrettanto non ha potuto fare lo svedese Jens Burman, anch'egli finito a terra. Jan Thomas Jenssen e Henrik Dønnestad, che si sono trovati a dover superare i fondisti caduti, hanno invece perso tempo a rimettersi in carreggiata, schivando i caduti.
«Ero dietro sugli sci posteriori di Jan Thomas, che probabilmente è stato il primo a riuscire a rimanere in piedi, più o meno. C'è stato un po' di slalom, e qualche inutile perdita di posizione e di secondi» racconta Dønnestad a NRK.
Stessa storia per Calle Halfvarsson, ma lo svedese non è stato diplomatico quanto il norvegese dopo quanto accaduto.
«Penso che sia incredibile, non credo che sia una curva difficile. La gente non riesca a stare in piedi...» ha dichiarato Halfvarsson a NRK, scuotendo la testa «Non capisco quale sia il problema. Mi infastidisce che le persone non riescano a mantenere una distanza maggiore tra loro. Questa salita è ampia, non è necessario stare l'uno sopra l'altro»
Il leader della classifica generale Harald Østberg Amundsen ha evitato la caduta, ma ha rotto il suo bastoncino in un'altra situazione, mentre si trovava al sesto posto della tappa. Ciononostante, non condivide lo sdegno di Halfvarsson.
«Non è molto facile su questa pista che è scivolosa con la neve fresca. Capisco che le persone possano cadere» dice Amundsen che si lascia andare ad una battuta «Calle ha molte opinioni sulla giornata, sia sul tour che in generale. Sembra che stia pensando a molte altre cose anziché tranne che al fondo»
Amundsen si riferisce probabilmente alle critiche che venerdì Halfvarsson ha rivolto nei confronti della Federazione Internazionale dello Sci (FIS) per il modo in cui ha sviluppato il Tour de Ski.
«Devono renderlo sempre più noioso. Allora non c'è futuro» aveva detto nei giorni scorsi a SVT.
William Poromaa, che si è classificato secondo nella tappa di sabato, non vuole criticare chi è caduto, forse anche dopo quanto accaduto in settimana per una battuta fuori posto sui biatleti.
«Ho visto in televisione che ci sono state persone che sono cadute. È una sfortuna, ma può capitare a tutti. Ci siamo passati tutti» chiosa, salomonicamente.