VAL DI FIEMME - È arrivata alla fine la vittoria del Tour de Ski per Harald Oestberg Amundsen, che ha rispettato i pronostici della vigilia e ha trovato la consacrazione definitiva in un grande evento, dopo alcuni podi mondiali. Certo c’erano assenze di un certo peso, ma non è facile gestire la pressione del favorito.
Fondo Italia lo ha intercettato al termine della Final Climb sull’Alpe del Cermis, per registrare a caldo le sue emozioni per la vittoria del Tour.
«Ho due medaglie mondiali, ma non l’oro, quindi è fantastico essere sul gradino più alto del podio al Tour de ski. Penso sia la cosa più bella che io abbia mai fatto nella mia carriera. Non è stata una situazione abituale per me perché ero abituato a vedere Klaebo e altri atleti come maggiori favoriti e quindi questa volta ho sentito davvero la pressione prima degli ultimi giorni qui in Val di Fiemme ma sono riuscito a fare bene e fatto il meglio che potevo in ogni gara quindi è bello essere in cima alla classifica »
Una pressione che si è manifestata anche con problemi di sonno, specialmente nella tappa iniziale a Dobbiaco.
«Questa notte è andata meglio ma prima della gara di oggi ero molto nervoso, ho avuto la nausea durante il riscaldamento e mi sentivo proprio male. Ero davvero nervoso, era chiaro che quest’ultima tappa avrebbe significato molto per me quindi è stato bello quindi riuscire ad ottenere la vittoria alla fine»
Al suo fianco, però c’erano per sua fortuna i suoi genitori, che gli hanno portato sostegno da casa.
«Non sarebbero dovuti venire inizialmente, ma quando hanno visto che stavo facendo così bene, hanno pensato di dover venire e hanno fatto il tifo per me nell’ultimo tratto di salita»
Amundsen arrivava alla gara di oggi con oltre un minuto di vantaggio sugli avversari, e quindi ci si chiede come abbia gestito la Final Climb: se ha lavorato di tattica o se ha preferito dare il 100%.
«Sono molto felice di aver avuto quel distacco, ho cercato di stare davanti all’inizio dell’Alpe, cercando di imporre il mio ritmo e sapevo che Moch e Lapalus sarebbero ritornati davanti. Ci è voluto un po’ per loro ma poi mi sentivo anche molto bene e forte oggi quindi sono contento di come è andata, sapevo che Moch e Lapalus sarebbero stati forti nell’ultima parte della salita sono davvero contento di avere avuto quel distacco prima di oggi»
Ci ha poi spiegato qual è stata a suo dire il segreto per vivere al meglio la competizione che ha visto così tanti ritiri: secondo il Norvegese la preparazione a al Passo di Lavazé, ha fatto la differenza.
«Lavorare in quota prima del tour è stato un fattore chiave per me, stare 10 giorni in Lavazé per acclimatarmi in vista di Davos in special modo. Gareggiare in altitudine è difficile e il lavoro fatto è stata la migliore soluzione per me»
La conquista del Tour porta in dote punti preziosi per la Coppa del Mondo, che a ripartirà a breve. «È fantastico, Klaebo e altri che sono rimasti a casa torneranno di sicuro pronti per dare battaglia ma è bello per ora essere in testa, sarà una bella seconda parte di stagione»