Da Oberhof a Oberhof, quattro anni dopo Tommaso Giacomel sale nuovamente sul podio con la staffetta maschile. Allora il trentino delle Fiamme Gialle era un giovane al primo anno in Coppa del Mondo, mentre oggi, pur ancora ventitreenne è già un atleta esperto con alle spalle tante gare nel massimo circuito.
E oggi le sue spalle sono state davvero grandi, quando ha dovuto portarsi dietro il peso di una situazione che si era complicata non poco viste le difficoltà su quell'ultimo bersaglio della serie a terra che sembrava non volesse saperne di chiudersi. Superata quella difficoltà, Giacomel ha proseguito il suo inseguimento a Samuelsson ed è stato bravissimo nell'ultima serie a sfruttare al meglio gli errori dello svedese, portando la squadra azzurra sul podio.
A Fondo Italia, Giacomel è tornato sulle due serie di tiro: «Ma a terra ero un po’ stizzito perché ho sbordato l’ultimo e sulle prime due ricariche, continuavo a pensare soltanto agli errori che stavo commettendo. Nella serie in piedi, invece, la situazione era molto difficile e sentivo che lui stava sbagliando tanto, quindi avevo capito di sparare per il podio. È andata bene».
Nel 2021, sul podio con Giacomel, oltre a Hofer, vi erano anche Bormolini e Windisch, mentre oggi col trentino, sono saliti sul podio, anche Zeni e Bionaz, per una staffetta che sa di nuovo corso: «È stato bello salire sul podio con questo quartetto, perché mette insieme due differenti generazioni del biathlon italiano. C'è il veterano Luki e noi tre della nuova generazione».
Giacomel è stato inserito in quarta frazione, come fu sempre a Oberhof nella staffetta mista dello scorso Mondiale, quando portò l'Italia all'argento. Nelle precedenti uscite, il primierotto era stato inserito in terza. Gli abbiamo quindi chiesto come si senta in quarta frazione, se la preferisce. La risposta in interessante. «Mi piace, ma secondo me sono piu adatto alle frazioni di mezzo perche nell’ultimo giro non sono proprio un drago».