La squadra femminile norvegese si è presentata quest’anno decimata al Tour de ski. In una stagione caratterizzata da assenze importanti, a causa di covid o altri problemi di salute. Nel corso del Tour le atlete hanno abbandonato la competizione una dopo l’altra. Quando quest’oggi si deciderà il Tour de ski sulla salita dell'Alpe Cermis, il bilancio per la squadra norvegese femminile sarà a dir poco demoralizzante: il secondo posto di Kristine Stavås Skistad nella sprint di Davos è l'unico podio che le ragazze norvegesi sono riuscite ad ottenere e su dieci iscritte, solo in due saranno alla via. Heidi Weng, che sicuramente è tra le candidate al podio nella gara odierna, è la migliore norvegese al sesto posto.
Dopo questa débacle, in Norvegia si è comprensibilmente aperto un dibattito. Petter Northug sostiene che la squadra femminile norvegese sia stata protagonista di un "crollo collettivo".
«Non è una coincidenza quando l'intera squadra ha prestazioni inferiori. Ci sono molte che non arrivano nemmeno alla partenza e nessuno qui ha buone sensazioni fisiche» dice l'ex grande sciatore a TV2.
Si fa sentire anche Therese Johaug, che già durante il pre-Mondiale di Trondheim prima di Natale, ha rivolto critiche alle sue compagne di squadra in relazione ai risultati che in casa sono stati "pessimi".
«Bisogna andare a fondo della questione. Come si sono allenate? Cos'hanno fatto? Quindi bisogna costruire pietra su pietra e ogni atleta deve guardarsi allo specchio e pensare a come si è allenata» ha detto Johaug nella trasmissione di NRK.
Proprio come Johaug e Northug, anche Niklas Dyrhaug, come riporta lo svedese Expressen, è preoccupato per la situazione nella squadra femminile norvegese.
«C’è stato uno scarso impegno di squadra per tutta la stagione. Che abbiamo solo Heidi a combattere al vertice è una grande delusione» c
L'allenatore femminile norvegese Stig Rune Kveen risponde alle critiche dicendo di dormire bene la notte, nonostante le critiche di Johaug e gli scarsi risultati.
«Sorrido ai suoi commenti. Ciò che abbiamo fatto quest’anno, rispetto a due anni fa, è davvero buono. Viene pagata per dire queste cose, è il suo lavoro. Lei fa il suo lavoro e noi facciamo il nostro.»