DAVOS – Per Calle Halfvarsson l’avvicinamento a questo Tour de Ski è stato all’insegna dell’ottimismo: lo svedese credeva infatti di poter ambire al podio, al punto che nemmeno il Coronavirus lo ha convinto a mollare.
Il veterano della nazionale, anche alla luce delle numerose defezioni in campo maschile, ha raggiunto Dobbiaco con mille speranze, ma si è scontrato con la realtà dei fatti: fuori dalla top-40 nelle due Sprint, mai in top-20 in alcuna prova; il miglior risultato è stato un anonimo 21esimo posto nella 10 km a classico di Dobbiaco. E ora Halfvarsson è 25esimo in classifica generale, a 5’26" dal leader Harald Østberg Amundsen.
Il classe 1989, che già negli scorsi giorni aveva paventato il ritiro dalla competizione, ha ammesso di essere restato obtorto collo, alle prese con una preparazione sommaria, inevitabilmente guastata dal Covid-19: «Se avessi avuto un jet privato da Davos, sarei tornato a casa. Se sono costretto a rimanere, tanto vale gareggiare», queste le sue parole raccolte da SVT. «Probabilmente andrò in Val di Fiemme».
Il veterano della nazionale, anche alla luce delle numerose defezioni in campo maschile, ha raggiunto Dobbiaco con mille speranze, ma si è scontrato con la realtà dei fatti: fuori dalla top-40 nelle due Sprint, mai in top-20 in alcuna prova; il miglior risultato è stato un anonimo 21esimo posto nella 10 km a classico di Dobbiaco. E ora Halfvarsson è 25esimo in classifica generale, a 5’26" dal leader Harald Østberg Amundsen.
Il classe 1989, che già negli scorsi giorni aveva paventato il ritiro dalla competizione, ha ammesso di essere restato obtorto collo, alle prese con una preparazione sommaria, inevitabilmente guastata dal Covid-19: «Se avessi avuto un jet privato da Davos, sarei tornato a casa. Se sono costretto a rimanere, tanto vale gareggiare», queste le sue parole raccolte da SVT. «Probabilmente andrò in Val di Fiemme».