Per mesi si è parlato di rivoluzione ed anno zero, con tanti dubbi su come sarebbe stata gestita la questione del divieto all’utilizzo del fluoro. Alla vigilia della stagione ne avevamo parlato con Christian Favre, esperto skiman della nazionale azzurra, che aveva da poco partecipato a un seminario organizzato dall’IBU a Salisburgo. Allora, il tecnico che per anni ha preparato gli sci a Martin Fourcade, aveva anche evidenziato quelli che sembravano essere i rischi riguardanti possibili contaminazioni e l’importanza della pulizia degli sci.
I primi mesi, però, hanno visto le squadre adattarsi subito bene a questa grande novità, tanto che lo stesso Favre è tornato sull’argomento, facendo il punto della situazione: «Devo ammettere che su questo aspetto è andata molto meglio rispetto alle aspettative – ha affermato lo skiman valdostano – il dispositivo di controllo funziona bene e la pulizia degli sci è molto più semplice rispetto a quanto preventivato. Diciamo che non vi è stato alcun problema fin qui. Ovviamente, tutti i team stanno tenendo alta l’attenzione, ma le cose sono molto più semplici rispetto alle mille domande che ci ponevamo. Questo cambiamento epocale è stato gestito bene da tutti, federazioni e squadre».
Per gli skiman è comunque un anno zero, dopo tante stagioni in cui si erano raccolti dati in ogni condizione di gara: «Si, siamo ripartiti da zero e questo ci ha obbligati a creare un nuovo database che inizieremo a riempire come abbiamo fatto in passato. Ce lo ricostruiamo. Alla fine è anche stimolante».
Ovviamente proprio la questione materiali è stata al centro dell’attenzione in questi primi mesi, in particolare nelle competizioni di Sjusjøen, quando si era già pensato che la Norvegia fosse nettamente avanti a tutti e la stagione fosse finita ancora prima di iniziare. Soprattutto sui media era suonato l’allarme, ma Favre in realtà non era affatto preoccupato: «Si è fatto un gran parlare – ha affermato il tecnico valdostano – tutti a dire la loro, perché sembrava quasi che dopo Sjusjøen la stagione fosse già finita, perché i norvegesi sembravano più avanti. In Svezia si è poi visto che non era affatto così. Da parte nostra siamo rimasti abbastanza tranquilli e pensato soltanto a lavorare. Noi sapevamo che a Sjusjøen non avevamo ancora tutti i prodotti, mancavano alcune cose che sono arrivate poi la settimana dopo. Trovo ci sia stata troppa agitazione da parte di tutti, si è pensato solo al materiale. Sinceramente, noi non ci siamo fatti distrarre, abbiamo solo pensato a fare il nostro lavoro, senza ascoltare o leggere ciò che si diceva, facendoci prendere da troppe distrazioni. Alla fine abbiamo fatto il nostro lavoro nel modo giusto, abbiamo cambiato qualcosa nella nostra organizzazione interna e penso che fin qui siamo stati nella media, senza avere grandi problemi, permettendo ai nostri atleti di esprimersi al meglio, come si sta vedendo specialmente dalla media dei risultati maschili».
Anche in Svezia un po’ tutti – e in questo caso è obbligatorio usare anche la prima persona plurale – ci siamo fatti prendere dalla questione materiali, dopo l’evidente superiorità tedesca sugli sci. Anche su questo argomento, però, Favre dimostra molta calma: «In Svezia, mediatamente i tedeschi avevamo degli ottimi sci, ma loro sono sempre stati molto bravi in condizioni molto fredde, anche con il fluoro, per esempio a Khanty Mansijsk. Noi eravamo nella media, mentre i tedeschi avevano chiaramente qualcosa in più, ma già a Hochfilzen sono tornati nei ranghi. Io non trovo che gli equilibri siano cambiati tra le varie nazionali.
Accadeva prima e succede anche adesso, a seconda delle condizioni e delle gare vi sono sempre delle nazioni che sono superiori alle altre».
Secondo Favre, quindi, la squadra dei materiali non deve lasciarsi distrarre da ciò che si dice o scrive all’esterno: «Io non ascolto e non leggo nulla proprio per restare concentrato. All’inizio davo tanta importanza a queste cose, ma ho capito che è solo controproducente, perché arrivano commenti da persone che magari non sono sul posto o non sono del mestiere. Da parte nostra, quindi, bisogna restare concentrati sul proprio lavoro, per farlo così più serenamente. Situazioni come quelle di Sjusjøen le abbiamo vissute anche in passato. L’importante è non farsi prendere dalla negatività che ci circonda e restare concentrati sul proprio lavoro, cercando di farlo al meglio».
Intanto da Östersund gli skiman azzurri hanno anche la disponibilità del camion, un cambiamento fondamentale: «Siamo molto contenti e per questo ringraziamo la FISI che ci ha dato questa opportunità e lo sponsor FERCAM. Il camion ci aiuta tantissimo, anche perché ci permette di lavorare stando tutti assieme. In passato, nelle vax room lavoravamo ovviamente divisi, senza vederci in continuazione. Ora, invece, siamo più uniti, ancora più squadra».
Infine Favre è contento del ritorno di Giorgio Di Centa, che ha saltato le prime tappe della Coppa del Mondo in quanto infortunato: «In questa tappa è tornato anche Giorgio e siamo contenti di riaverlo con noi».