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Sci di fondo

Sci di fondo – Gli allenamenti “alternativi” di Amundsen: bagni nell’acqua ghiacciata e paracadutismo

Harald Østberg Amundsen è il volto del momento per quanto riguarda la Norvegia dello sci di fondo. L’attuale leader del Tour de Ski e della Coppa del Mondo ha dimostrato di saper competere ad altissimi livelli in tutti i format di gara, forte di una grandissima tenuta mentale. Alla base dei suoi successi tanto allenamento e altrettanta dedizione, ma anche alcune tecniche di allenamento non proprio convenzionali, svelate dallo stesso Amundsen a Nettavisen. Si tratta di tecniche che potremmo definire da “terapia d’urto”, quelle promosse dal mental coach Erik Bertrand Larssen.
Nello specifico Amundsen ha deciso di dare molto spazio all’allenamento della tenuta mentale, mettendosi di proposito in situazioni estreme e solitamente difficili da affrontare. Questo, con l’obiettivo di migliorare la resistenza allo stress e alla fatica. Lo scorso autunno, infatti, il norvegese aveva condiviso alcuni video in cui Larssen lo spingeva facendolo cadere in un lago di acqua ghiacciata, oppure lo spronava a cimentarsi nel paracadutismo. “Sto terribilmente male nell’acqua fredda – svela Amundsen – Erik sa che non mi piace l’acqua fredda, quindi mi ha spinto. Ci siamo esercitati su come affrontare lo stress che mi circonda. E’ un po’ come il nervosismo prima di una gara di sci. Sia il paracadutismo che il bagno nel ghiaccio sono una buona cosa.”
Il fondista norvegese, crede che si tratti di un metodo efficace per dare spazio anche all’allenamento mentale: “Varierà da persona a persona, ma per me è stato molto importante. Fai quello che puoi a livello di allenamento per migliorare, ma penso che sia una buona idea anche esplorare il lato mentale ed essere il più preparati possibile. Ognuno ha modi diversi per migliorarsi, ma penso che sia stato davvero bello poter parlare con qualcuno che può sfidarmi un po’ e ricordarmi le cose da tenere a mente”.
Anche Larssen si dice entusiasta dei risultati ottenuti con Amundsen, non solo con gli “allenamenti alternativi”, ma anche nella cura dei particolari della quotidianità: “Ho cercato di contribuire come meglio posso affinché migliori anche nella vita di tutti i giorni. In questi anni ho cercato di renderlo consapevole di come si possa essere migliori della concorrenza anche nelle piccole scelte della vita quotidiana. Tutti gli atleti e gli outsider capiscono che si può fare meglio nelle competizioni se si migliora la qualità del sonno, del riposo, dell’allenamento e della dieta, ma la sfida è riuscire a farlo davvero”.

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