Con quattro atlete in finale e una doppietta a firma Linn Svahn-Jonna Sundling, per la Svezia è stata un’apertura del Tour de Ski fantastica, almeno al femminile. Eppure, all’interno della nazionale si stanno vivendo momenti di tensione, e non solo per i casi di Covid-19 riscontrati nelle ultime settimane.
Dopo la Sprint di ieri di Dobbiaco, Moa Ilar ha accusato apertamente la compagna Johanna Hagström di averla superata e chiusa all’ultima curva della loro batteria, impedendole di avanzare in semifinale: «Sono inca***ta. È stata una gara combattuta, in cui abbiamo lottato per le posizioni per tutto il tempo. Era difficile andare come si voleva», queste le sue parole a SVT Sport.
Hagström ha ammesso di essere stata troppo dura con la compagna di squadra: «Capisco la sua rabbia. Probabilmente mi sarei sentita anch’io così, ma speravo che ne parlasse con me. Capisco che fosse infastidita, ma queste cose succedono nella Sprint», ha dichiarato alla medesima testata. «Ovviamente ero vicinissima a lei e sapevo di essere al limite. Ma ognuno gareggia a seconda delle condizioni in cui si trova. Sono stata dura con lei, ma non credo di essere stata antisportiva. Un obiettivo che avevo oggi era quello di essere un po’ più dura, di prendere margine e di non cedere. Per quanto riguarda il risultato (sesto posto, nda) è una sensazione estremamente positiva. Un grande passo avanti rispetto all’inizio della stagione».
Dopo la Sprint di ieri di Dobbiaco, Moa Ilar ha accusato apertamente la compagna Johanna Hagström di averla superata e chiusa all’ultima curva della loro batteria, impedendole di avanzare in semifinale: «Sono inca***ta. È stata una gara combattuta, in cui abbiamo lottato per le posizioni per tutto il tempo. Era difficile andare come si voleva», queste le sue parole a SVT Sport.
Hagström ha ammesso di essere stata troppo dura con la compagna di squadra: «Capisco la sua rabbia. Probabilmente mi sarei sentita anch’io così, ma speravo che ne parlasse con me. Capisco che fosse infastidita, ma queste cose succedono nella Sprint», ha dichiarato alla medesima testata. «Ovviamente ero vicinissima a lei e sapevo di essere al limite. Ma ognuno gareggia a seconda delle condizioni in cui si trova. Sono stata dura con lei, ma non credo di essere stata antisportiva. Un obiettivo che avevo oggi era quello di essere un po’ più dura, di prendere margine e di non cedere. Per quanto riguarda il risultato (sesto posto, nda) è una sensazione estremamente positiva. Un grande passo avanti rispetto all’inizio della stagione».
L’allenatore della nazionale femminile Stefan Thomson ha convocato le due atlete: «È importante fare chiarezza per poter andare avanti», queste le sue parole a Expressen. «Quando succede una cosa del genere, prima devi stare un po’ da solo e digerire l’incidente, poi devi prendertela con la squadra e chiarire. E questo è importante, perché ora staremo insieme per molto tempo».