La nazionale svedese è stata colpita molto più duramente delle altre dal Coronavirus, al punto da arrivare al Tour de Ski nettamente incerottata. Non ci saranno Moa Lundgren e Oskar Svensson, hanno rischiato di non esserci (ma potrebbero essere a mezzo servizio) Ebba Andersson e Calle Halfvarsson, senza dimenticare che solo nelle ultime settimane Jonna Sundling si è ristabilita dall’infezione, e che Frida Karlsson ancora deve tornare al 100%.
L’ultimo focolaio è con tutta probabilità iniziato all’hotel Scandic Lerkendal di Trondheim. È stato l’albergo in cui la maggior parte degli atleti ha soggiornato durante l’ultimo fine settimana di Coppa del Mondo prima del Tour de Ski, con molte occasioni di ritrovo (per esempio la sala da pranzo). Malgrado gli atleti siano generalmente attenti alla loro salute, soprattutto in vista di una rassegna così importante, è bastato un contagio per avviare inconsapevolmente un focolaio che la nazionale svedese si è portata dietro fino a Dobbiaco e che avrebbe coinvolto anche il compagno di Emma Ribom, JC Schoonmaker.
Il primo ad accusare i sintomi nel gruppo squadra è stato Halfvarsson, che ora si sente responsabile di aver contagiato il resto della truppa: «L’ho contratto (il Coronavirus, nda) in Norvegia e poi mi sono ammalato quando sono arrivato in Italia. Probabilmente ero io il portatore», questa la sua ammissione a SVT Sport. «È però una cosa che non si può controllare. Non sapevo di essere malato quando sono andato in Italia. Ebba e Moa erano nella stanza accanto alla mia, sono stati alla porta per guardare che camera avessi. Se si fossero ammalati solo per aver sbirciato la mia stanza, sarebbe incredibile».
L’ultimo focolaio è con tutta probabilità iniziato all’hotel Scandic Lerkendal di Trondheim. È stato l’albergo in cui la maggior parte degli atleti ha soggiornato durante l’ultimo fine settimana di Coppa del Mondo prima del Tour de Ski, con molte occasioni di ritrovo (per esempio la sala da pranzo). Malgrado gli atleti siano generalmente attenti alla loro salute, soprattutto in vista di una rassegna così importante, è bastato un contagio per avviare inconsapevolmente un focolaio che la nazionale svedese si è portata dietro fino a Dobbiaco e che avrebbe coinvolto anche il compagno di Emma Ribom, JC Schoonmaker.
Il primo ad accusare i sintomi nel gruppo squadra è stato Halfvarsson, che ora si sente responsabile di aver contagiato il resto della truppa: «L’ho contratto (il Coronavirus, nda) in Norvegia e poi mi sono ammalato quando sono arrivato in Italia. Probabilmente ero io il portatore», questa la sua ammissione a SVT Sport. «È però una cosa che non si può controllare. Non sapevo di essere malato quando sono andato in Italia. Ebba e Moa erano nella stanza accanto alla mia, sono stati alla porta per guardare che camera avessi. Se si fossero ammalati solo per aver sbirciato la mia stanza, sarebbe incredibile».