Dal 28 dicembre al 6 gennaio gli occhi di migliaia di appassionati presenti nelle quattro località di lingua tedesca (Oberstdorf, Garmisch-Partenkirchen, Innsbruck e Bischofshofen) e milioni da casa, sui comodi divani post pranzi e cenoni, assisteranno alla settantaduesima edizione della Tournée dei 4 Trampolini. Per la prima volta il settore femminile salterà sui trampolini bavaresi: un primo accenno di Vierschanzentournee per il gentil sesso, e una piacevole novità sperando di vedere nel prossimo futuro impiegate anche le tappe austriache. Ma senza perderci in altri sproloqui concentriamoci sui possibili favoriti.
L’Austria non alza l’Aquila d’Oro dal Capodanno 2015, quell’edizione vide vittorioso Stefan Kraft -letteralmente a casa sua- davanti allo storico compagno di stanza Michael Hayboeck. Quella Tournée sancì la fine di un periodo magico per il salto austriaco capace di imporsi senza soluzione di continuità per sette edizioni con interpreti dal nome altisonante: Gregor Schlierenzauer (2011-2012/2012-2013), Thomas Morgenstern (2010-2011), o atleti impronosticabili come Thomas Diethart (2013-2014).
Stefan Kraft, classe 1993, è il favorito numero uno. Il leader della generale ha fatto la voce grossa nel primo mese di gare (5 vittorie), apparendo a tratti dominante su trampolini completamente diversi da Ruka a gara-2 ad Engelberg. Il salisburghese ha raggiunto e sorpassato i 100 podi in Coppa del Mondo entrando ancor di più nella storia di questo sport. La seconda Aquila d’Oro gli consentirebbe di raggiungere diversi connazionali, tra cui Hubert Neuper, Ernst Vettori, Andreas Goldberger e Gregor Schlierenzauer. È la carta migliore da giocare per mettere il punto sul digiuno austriaco e staccare di una lunghezza la Finlandia nel record di vittorie per Nazione.
Jan Hoerl è quinto in classifica generale e ha conquistato tre podi in altrettante località. Alterna prestazioni da migliore assoluto a salti più che mediocri, che però non possono misurarsi al pari dei grandi nomi del circuito. In circostante fortuite può essere un nome da podio, ma il venticinquenne forse non ha ancora la costanza di rendimento per otto salti consecutivi. Può essere uno dei candidati a sparigliare i giochi sfruttando il Knock-out system.
Daniel Tschofenig e Michael Hayboeck, che hanno undici anni di differenza e saltano in maniera completamente diversa, ma possono essere i jolly per l’Austria. Il primo, di origini carinziane, ha ottenuto delle controprestazioni negli ultimi appuntamenti di Coppa del Mondo, ma l’anno passato per tre quarti di Tournée è stato protagonista. Il secondo e più esperto è già salito sul podio per due volte, a Engelberg (trampolino spesso amico, dove venta una vittoria) ha messo in mostra delle buone prestazioni, e qualche centesimo sul nativo di Linz si può investire.
I saltatori norvegesi hanno da sempre avuto un feeling particolare con questa manifestazione, dominando ampiamente negli anni ’60. Da quei fasti tanto è cambiato e negli ultimi anni la musica non è più la stessa, se pur quasi sempre nelle classifiche finale era presente la bandiera norvegese sul podio o a ridosso. A far gioire Re Harald V di Norvegia e i suoi sudditi ci ha pensato un autentico fuoriclasse entrato nella leggenda dei quattro trampolini l’anno passato: Halvor Egner Granerud.
Halvor Egner Granerud è un atleta ancora tutto da conoscere, ed è particolare da affermare per un atleta che vanta venticinque vittorie individuali in Coppa del Mondo, ma le sue gesta quando vince e le interviste lasciano trasparire solo poco della sua persona. Esattamente un anno fa saliva sul gradino più alto nelle gara di Oberstdorf, dando inizio alla cavalcata regale conclusa con la vittoria a Bischofshofen. Quest’anno il livello proposto in gara dal classe 1996 è lontano dai suoi standard, non riesce a mettere insieme tutte le fasi del salto risultando brusco e non competitivo. Però i grandi campioni sanno svoltare e ritrovarsi da un momento all’altro, come testimonia gara-1 Engelberg. Le sensazioni provate in Svizzera possono essere la chiave di volta del suo inverno.
Marius Lindvik non ha nessuna Aquila a casa, ma ha di sicuro una bacheca più ricca di metalli rispetto al compagno sopra descritto. La passata stagione ha sancito un tonfo nella sua carriera con solo un podio a livello individuale conquistato a Wisla in contesto tutt’altro che normale. Venendo al presente non ha fatto strabuzzare gli occhi nemmeno nel mese di dicembre del 2023, ma le top ten ottenute a Lillehammer e Engelberg lo pongono come un outsider. Il talento a Lindvik non manca, serve la condizione.
Johann Forfang è parso come il più quadrato e stabile nell’ambiente norvegese, ma per un semaforo verde in condizioni discutibili di gara o chissà cosa, il classe 1995 non è stato un fattore nell’equazione della Coppa del Mondo sino ad oggi. Non ha un gran rapporto con le gare a cavallo dei due anni, sporadiche sono le top ten a queste latitudini. Non è di sicuro in lotta per il podio finale, ma sarebbe sciocco non considerarlo un papabile favorito -soprattutto se riscattasse qualche credito con la fortuna- per un piazzamento a podio sui trampolini che prediligono i volatori.
Menzione d’onore per Eriksen Kristoffer Sundal, il futuro del salto norvegese, sarà una mina vagante e di sicuro uno da non trovare nel Knock-out.
Stefan Horngacher non sbaglia mai due volte, l’anno passato è stato da lezione. Il capo allenatore della nazionale tedesca ha preparato la stagione in maniera impeccabile, schierando da Ruka un autentica corazzata con diverse armi nel suo arsenale. Lo staff teutonico ha sviluppo dei materiali, parliamo di tute, che potremmo definire spaziali e che hanno lasciato la concorrenza -se non per Kraft e pochi altri- a diverse decine di punti di distanza in gara e in classifica. Sembra stia girando tutto per il verso giusto in casa tedesca, capace di espugnare anche trampolini a loro ostici in Coppa del Mondo come Klingenthal, e sostenuti dalla folla oceanica potranno volare. L’unica nota negativa è incarnata da Markus Eisenbichler e dal suo completo smarrimento.
Pius Paschke è la sorpresa, il volto (aggiungete pure voi lettori un appellativo), del salto di questo inizio di stagione. Sotto la casella podi e vittorie c’erano ben marcati due zero fino a poco più di un mese fa, ora vanta ben tre podi e una vittoria: il bavarese ha svoltato. La sua carriera è stata caratterizzata dal seguente leitmotiv: a dicembre in prima squadra con buoni piazzamenti, e man mano che i giorni passavano Paschke appassiva sino alla Tournée, che spesso sanciva le sue ultime gare nel circuito maggiore. Quest’anno è giunto il momento di cambiare, se cambia è da podio.
Andreas Wellinger è un predestinato, sentiamo il suo nome da più di una decade ma è solo un classe 1995. Tediato dagli infortuni, per molti era considerato finito da un punto di vista prettamente sportivo. Col lavoro e supportato dal talento ha ricostruito il suo salto; attualmente è secondo in Coppa del Mondo, non ha ancora vinto, ma -se così si può dire- ha sbagliato solo la seconda serie di gara-1 a Engelberg concludendo dodicesimo. Wellinger fa paura in generale, e se fossi nei panni di Kraft -la sua nemesi- avrei qualche timore di vendetta.
Karl Geiger non è considerato al pari degli altri, ma è una o due spanne sotto gli altri citati, in particolar modo per quanto riguarda chi è di madrelingua tedesca. Ha sì, ottenuto una doppietta a Klingenthal, ma sarei sorpreso di vederlo salire anche solo su un podio durante la Tournée. Da aggiungere però la sua particolarità: si fa trovare in forma smagliante durante gli appuntamenti clou della stagione e senza Olimpiadi e Mondiali i riflettori sono tutti per questi dieci giorni…
Nella corazzata tedesca a sostegno dei pilastri analizzati precedentemente ci saranno il giovane Philipp Raimund, in ascesa, e Stephan Leyhe già terzo nel 2018/2019.
La Slovenia in inverno vive per il salto con gli sci, la passione che scorre tra le piazze e le cittadine alpine sono un vanto per il florido movimento sportivo sloveno. La stagione è iniziata un po’ a rilento e il mistero della non convocazione a Ruka di Lovro Kos è da classica situazione alla slovena. I mezzi per far bene sono a disposizione di atleti e staff tecnico, serve farli combaciare. Se fossi in vacanza per le lande slovene non mi perderei la possibilità di assistere la Tournée in un loro bar.
Anze Lanisek ha recentemente abbellito le sue mensole di casa con il premio fair play dello sport sloveno. Il classe 1996, nato a Lubiana, vorrebbe far scintillare d’oro la sala dei trofei e raggiungere l’impresa compiuta dai soli Primoz Peterka e Peter Prevc. A livello di prestazione lo sloveno si sta ritrovando e gara dopo gara il set-up dei materiali migliora -discorso valevole per tutti i rappresentanti della Slovenia-. Lanisek è capace di ripetere salti da primo della classe diventando ingiocabile quando in condizione, è un serio pretendente per il trionfo.
Timi Zajc è per descrizione stessa dell’atleta colui che con un salto può spaccare la gara, vi ricorderete tutti il salto a Willingen. La sua tecnica caratterizzata da un H pronunciata fa si che possa volare ovunque staccando da qualsiasi dente. Il giovane classe 2000 deve fare esperienza e capire fino a dove possano spingersi i suoi limiti. Per la vittoria della singola gara è un cliente pericolosissimo, il campione del mondo su LH ha fame di vittoria.
Lovro Kos si è aggiunto in ritardo alla squadra di Coppa del Mondo, la convocazione è arrivata solo causa di malanni altrui. Ha sfiorato il podio a Klingenthal e ha saputo riproporsi sugli stessi livelli a Engelberg. Il suo primo podio in Coppa del Mondo è datato Garmisch 2022, proprio durante la Tournée; chissà se possa essere un segno del destino per il presente e il futuro dello sloveno.
Le faretra di casa slovena, se si parla di risultato secco basato sulla singola competizione, si arricchisce con i fratelli Prevc. Peter Prevc -già vincitore di una Tournée- ha iniziato nuovamente ad essere competitivo dopo la spaventosa caduta a Planica ad inizio 2023, mentre il fratello Domen, con forte vento frontale, diventa uno scoiattolo volante e l’HS bacia matematicamente i suoi sci.
Il Giappone sembrava allo sbando ad inizio stagione con materiali lontano dall’essere performanti. A livello di compagine le scelte non sono più rosee dato che i due Sato sono in un limbo senza luce e il buon Nakamura si è infortunato dopo la caduta in qualificazione a Klingenthal; ricadono quindi sui fratelli Kobayashi e Ren Nikaido le speranze nipponiche.
Ryoyu Kobayashi è nella storia della Tournée, nel palmares vanta due trionfi impreziositi dal grande slam datato 2018/2019. Kobayashi ad ogni inizio stagione pone come obbiettivo l’ottenere una vittoria in Coppa del Mondo, un po’ umile per la caratura di tale atleta. Il nipponico ha un feeling privilegiato con le località bavaresi e austriache. Durante la stagione il grido non è ancora stato liberato, le prestazioni nelle varie qualificazioni hanno mostrato un atleta in forma. Serve un pizzico di fortuna per centrare il risultato pesante, con il quale questo povero Giappone martoriato potrebbe tornare a respirare: un successo del loro prodigio proveniente da Hachimantai è una speranza concreta.
Arriviamo a parlare dell’ultima delle sei superpotenze -la più in difficoltà- dell’ecosistema salto, la Polonia. Thomas Thurnbichler ha aspettato fino al giorno di Natale per diramare i convocati della nazionale polacca alle prese con diversi malanni tra le sue fila. Alla fine, saranno i soliti sei: tre senatori Kubacki, Stoch e Zyla, e i tre poco fidi scudieri Kot, Wasek e Zniszczol -reduce da buone prestazioni in continental cup-. La Polonia è in un momento abbastanza buio e probabilmente la luce non è ancora vicina, ma essendo la patria di campioni e leggende bisogna soffermarsi anche su di loro.
Dawid Kubacki non ha vissuto un 2023 facile, in primis i problemi di salute della moglie l’hanno tenuto lontano dalle gare e per uno sport complesso come il salto il non potersi allenare in modo continuativo è una condanna. Il secondo posto della Tournée passata, quando la affrontava da numero uno del circuito, probabilmente è stata la sua ultima fiche da lanciare per la conquista della seconda Tournée.
Kamil Stoch è una leggenda degli sport invernali e nella sua terra natale è considerato una divinità. Ha un rapporto privilegiato con la Tournée dei 4 Trampolini, nella sua bacheca scintillano tre Aquile d’Oro vinte nelle stagioni 2016/2017, 2017/2018 e 2020/2021. La prestazione del 2017/2018 è stata arricchita dalla vittoria in tutte e quattro le competizioni. Non siamo di fronte a quello Stoch capace di dominare in lungo e largo, ha dovuto salutare il circuito maggiore nel corso di dicembre per ritrovare la stabilità tecnica lavorando su trampolini di piccole dimensioni. In questo elenco di papabili favoriti non poteva non rientrare per la sua grandezza, sarebbe un miracolo vederlo nei primi dieci assoluti a Bischofshofen.
Piotr Zyla, se non si parla di medaglie dopo il compimento dei trent’anni, non risponde presente. Scherzi a parte aggiungerei poco sul polacco, è fuori dai primi venti della generale e non da l’idea di essere in sintonia con i propri materiali, per i più malevoli possiamo dire che non dispone più della tuta-vela.
In Svizzera c’è del fermento nel mondo del salto con gli sci dopo anni nei quali i finanziamenti erano minimi e Simon Ammann iniziava a contare le decadi in Coppa del Mondo. Oltre a Remo Imhof, il volto nuovo, e Killian Peier, ritrovato dopo gli infiniti infortuni, la star del movimento è senza dubbio Gregor Deschwanden.
Il lucernese Gregor Deschwanden, secondo nella classifica finale del Grand Prix, è stato in grado di cambiare zona di classifica anche in Coppa del Mondo, trasformando il suo 2023 nel migliore anno della sua oramai lunga carriera. Attualmente è ottavo in generale, sulla collina tedesca di Klingenthal ha ottenuto il primo podio in carriera all’età di trentaduenne anni. Il suo sistema di salto basato sulla spinta potrebbe non essere il più indicato, soprattutto per i salti da compiere in Baviera, ma se ci fosse vento alla spalle in più di una giornata Deschwanden potrebbe far saltare il banco.
Abbiamo esaltato i risultati ottenuti dalla squadra italiana nel primo scorcio di inverno, con una crescita che parte dai mesi estivi e che ha permesso di avere quattro atleti eleggibili e competitivi da Coppa del Mondo. Il lavoro dei fratelli Jiroutek, ora con David Jiroutek nella figura di allenatore, sta evidenziando i suoi frutti e c’è interesse per gli atleti azzurri.
Giovanni Bresadola è il faro di questo movimento dalle passate stagioni, anche se il rapporto con la Tournée non è sempre stato amichevole, basti pensare ai malanni che l’hanno colpito un anno orsono. Parlando di dodici mesi fa, il giovane trentino arrivava all’appuntamento di Oberstdorf con una top ten in Coppa del Mondo e diverse top venti. Venendo al presente, o al massimo al passato prossimo delle settimane scorse, i suoi piazzamenti in termini di risultati sono leggermente inferiori, ma si evince un progresso e una stabilità tecnica tappa dopo tappa. Incrociando le dita al fine di tenere i malanni lontani, Bresadola può seriamente pensare di concludere nei primi trenta la Tournée e raccogliere punti pesanti suoi trampolini a lui più favorevoli (probabilmente tutti a parte Innsbruck, dove ha pochissima esperienza).
Alex Insam è in concorrenza diretta per la conquista del premio di più iellato, ha ottenuto due trentunesimi posti e una squalifica che gli hanno pregiudicato l’ingresso in zona punti quasi in ogni gara. Il più “anziano” della squadra ha effettuato dei salti di pregevole fattura anche in condizioni ostiche, quali il forte vento contrario perennemente presente a Engelberg. Per Alex Insam, guardando lo storico di questo inverno e il suo livello, è facile pensare che possa essere sempre uno tra i primi a saltare nel giorno della competizione, e atleti quotati avranno un bel grattacapo nel caso in cui finissero accoppiati all’atleta delle Fiamme Oro.
Discorso leggermente diverso per Francesco Cecon e Andrea Campregher, i due ragazzi con meno esperienza in fatto di Tournée se non nulla. Il loro obiettivo primario sarà quello di sorpassare almeno una qualificazione, non sarà facile specialmente se gli staff tecnici tedeschi e austriaci schiereranno i loro gruppi nazionali. Se ci sarà la possibilità e la capacità di ottenere prestazioni migliori, allora sarà tutto di guadagnato e si potrà stappare all’Epifania la bottiglia buona.
Non ci resta che aspettare il 28 dicembre alle ore 16:00 per assistere allo spettacolo dei Quattro Trampolini.