Conclusa la tappa di Coppa del Mondo di sci di fondo di Trondheim, che doveva servire anche come test per i Campionati Mondiali del 2025 che verranno ospitati nella località norvegese, è tempo per gli organizzatori di tracciare un bilancio di questa tappa di prova, e incamerare quanti più feed-back, negativi o positivi che siano, possibili, per essere pronti al 100% ad ospitare la competizione iridata.
Tuttavia, in Svezia non sono così convinti che l’esperienza in casa dei loro vicini sia stata affatto positiva. Sul quotidiano svedese Expressen, il commentatore del fondo Tomas Petterson racchiude così l’esperienza del weekend di gare a Granåsen: “Piste pessime. Gli sciatori vengono fischiati. A questo si aggiungono il fiasco del pubblico, il circo del traffico e gli attivisti per il clima sulle piste. Lasciate che vi faccia una domanda: sei orgogliosa di tutto questo, Norvegia?”
Petterson spiega di aver lasciato Trondheim sia deluso che confuso: oltre alle proteste per il clima, un avvenimento prevedibile ma difficilmente controllabile, viene recriminata la mancanza di pubblico – ci si aspettavano 10mila spettatori ogni giorno ma, soprattutto nella giornata di domenica, le presenze sono state davvero risicate – e, infine, il comportamento poco civile da parte degli spettatori che hanno fischiato gli atleti svedesi in pista.
“Onestamente, non so come possa funzionare” ha concluso Petterson, in riferimento ai Mondiali della prossima stagione.
Anche diverse fondiste norvegesi hanno lamentato la mancanza di pubblico anche se tutti hanno attribuito la questione al maltempo del weekend e in molti, probabilmente, hanno preferito guardare le gare dalla tv, anziché dal vivo. «Hanno pubblicizzato Trondheim come un luogo con una grande passione e molte persone, quindi in questo senso è stato un po' deludente.» ha detto ad esempio Astrid Øyre Slind.
Gli organizzatori della tappa, nella figura di Åge Skinstad, responsabile dei Campionati Mondiali di Sci di Trondheim, affermano di aver imparato molto dalle buone gare di sci che sono state disputate nel fine settimana e di essere aperti a tutti i suggerimenti per rendere l’evento della prossima stagione un’esperienza migliore possibile per atleti e pubblico. Per quanto riguarda le presenze, Skinstad parla di una stima che oscillava tra i 6 e gli 8 mila spettatori nel fine settimana; alla fine sono state registrate seimila presenze: un buon numero, a suo avviso, se si tiene conto delle condizioni meteo inclementi.
«Avremmo potuto avere qualche persona in più, soprattutto domenica. Ma sono impressionato da coloro che sono venuti. Alcune persone ci hanno valutato in base al fatto che questo fine settimana avevamo quasi organizzato i Campionati del Mondo. Ma è stata in realtà solo una tappa di Coppa del Mondo di prova. Quindi non sono sicuro che siamo davvero così delusi rispetto alle nostre aspettative. Ma è difficile giudicare le aspettative degli altri. E domenica le strade erano davvero scivolosa, non c'è dubbio.»
Anche Jan Petter Saltvedt, commentatore sportivo di NRK, tira l’acqua al mulino degli organizzatori della tappa di Trondheim, confermando che la tappa di Coppa del Mondo pre-Mondiale è sembrata funzionare abbastanza bene in termini di organizzazione: si spera però che l'entusiasmo del pubblico sia maggiore in occasione dei Campionati del Mondo.
«La gente è diventata estremamente esigente e purtroppo l'entusiasmo viene risparmiato fino a quando non è davvero importante. Bisogna essere in grado di comunicare che questo è un evento unico. È una volta ogni generazione che si vive un Mondiale di sci sul suolo di casa»
Su una cosa sono però tutti d’accordo: i fischi da parte del pubblico verso gli sciatori svedesi sono un episodio increscioso che non dovrebbe accadere.
«Se c'è una cosa per cui il pubblico norvegese è noto è la generosità. Bisogna prendere a cuore questo tipo di critiche. Creare un'atmosfera di festa ai Campionati del Mondo di Sci non si fa da sé: spero che Åge Skinstad e il suo team se ne rendano conto.»
Anche perché c’è una legittima domanda che viene da chiedersi? Se il pubblico, numeroso o esiguo che sia, non riesce ad essere sportivo e rispettoso con atleti “vicini di casa”, cosa accadrebbe se nel prossimo futuro gli atleti russi venissero reintegrati e già il prossimo inverno potessero prendere parte ai Campionati mondiali?