Sebastian Samuelsson ha solo 26 anni, ma ha già iniziato a pensare a cosa fare dopo la sua carriera nel biathlon. Ne ha parlato nella trasmissione Kallprat dell’emittente pubblica svedese SVT, quando gli è stato chiesto di rispondere ad una domanda a proposito dei suoi sogni per il futuro.
"Trovo la politica molto interessante e non dico che non riesco a immaginare una carriera politica" confessa.
Sebastian Samuelsson è diventato famoso nel mondo del biathlon come uno degli atleti, svedesi e non, che ha meno paura a esporsi ed esprimersi su tematiche spinose, sia che riguardino lo sport, sia che si tratti di politica, ambientalismo e altre tematiche bollenti d’attualità, non risparmiando nessuno nelle sue "sparate".
"A volte la gente pensa che io faccia telefonate ai giornali" dice ridendo, quando gli viene fatto notare che grazie alle sue provocazione spesso occupa le prime pagine dei giornali di settore "Dico solo ad alta voce quello che tutti gli atleti pensano già."
Sappiamo quali sono le tematiche che lo appassionano di più, ma pensare di dedicare una carriera extrasportiva a portare avanti battaglie, candidarsi ed essere eletto sostenendo questi ambiti è un’impresa veramente difficile, lo svedese ne è ben consapevole.
"Mi interesso molto di politiche sportive. Antidoping, corruzione nello sport, sportswashing (pratica tramite la quale individui, gruppi, corporazioni o governi si avvalgano dello sport per recuperare reputazione compromessa od offuscare condotte illecite, ndr) e cose del genere. Non credo che vincerei nessuna elezione, perché sono troppo chiaro su ciò che penso. Se si guarda al CIO e a organizzazioni simili, si dovrebbe ragionare il meno possibile di questi temi. Preferibilmente pensare ciò che tutti gli altri pensano già."