Continua ad impressionare Ingrid Landmark Tandrevold, che mantiene grazie al secondo posto nella sprint odierna il comando della classifica generale della Coppa del Mondo acquisito dopo la Pursuit della scorsa settimana a Hochfilzen.
La velocità in pista è sempre stato un punto di forza della norvegese, ma ciò che adesso colpisce è gestione del poligono completamente diversa da quella che mostrata in passato, soprattutto nelle serie in piedi.
«Sono felice anche per quello che ho fatto nel tiro in piedi, dove sono riuscita a ripetere quello che ho fatto la settimana scorsa e a mantenere la calma. Questo è il mio livello in allenamento e sono felice di poterlo mostrare anche in gara.» ha aggiunto all’emittente pubblica norvegese NRK.
La nuova “capitana” della squadra femminile norvegese ammette di dare un gran peso al risultato di questo pomeriggio, visti i suoi dubbi alla vigilia a proposito dell'altitudine di Lenzerheide, situata a 1400 sul livello del mare.
«Ero molto nervosa, ho avuto diverse brutte esperienze in quota, e in più non avevo mai gareggiato prima a Lenzerheide, quindi sono molto sollevata. Sentire gli allenatori dirmi che non ero poi così lenta e vedere tutti i bersagli chiudersi mi rende molto felice!» ha dichiarato all’IBU al termine della gara.
Non è una novità che sugli sci la 27enne sia una delle atlete migliori della piazza, e anche oggi lo ha dimostrato, anche in una pista che ha messo in crisi diversi atleti, in gara oggi Hanna Öberg è caduta, così come Karoline Knotten ed Emilie Kalkenberg.
«Le condizioni sono incredibilmente ghiacciate. Le gambe si irrigidiscono anche solo a stare ferme» ha spiegato a NRK.
Proprio per questo l’attuale n.1 ha affermato all’emittente norvegese che prima della partenza aveva in mente di non spingere troppo, per paura di subire uno shock da alta quota.
«Questa settimana mi sono allenata il minimo indispensabile per risparmiare le forze, avevo paura di aprire troppo forte in pista oggi e ho tenuto le dita incrociate perché tutto andasse per il meglio. Al primo passaggio ho pensato che avrei potuto fare un disastro, perché mi è stato detto che ero in una ottima posizione e non era questo il piano. Dovevo cercare di trovare il mio flow e la calma. Avevo degli ottimi collaboratori in pista che me lo ricordavano ogni 200 metri, per evitare che me lo dimenticassi. Mi dicevano che avrei dovuto calmarmi, trovare il flusso e non avere fretta.»
Infine, all’IBU ha parlato della sua esperienza con il pettorale giallo, aprendo la porta anche ad un po’ di sana – e non molto scandinava – scaramanzia.
«Credo che sia alquanto maledetto. Franzi (Preuss) lo ha avuto e ha preso il Covid, lo stesso è successo a Lou (Jeanmonnot) e sono abbastanza spaventata da questa cosa come si può vedere (ride, indicando la mascherina, ndr), ma sono contenta di aver dimostrato oggi che c’è una ragione se lo indosso e non vedo davvero l’ora che arrivi sabato.»