Un brutto inconveniente si è verificato domenica durante la prima serie di salto nella gara sull’HS140 di Lillehammer. Stando ai nuovi regolamenti, a un atleta che non sia pronto a partire entro il suo turno, non è più consentito saltare in una fase successiva del round come accadeva fino alla scorsa stagione. E questo è quanto accaduto a Pawel Wasek domenica, segnalato dalla direzione di gara come DNS; c’è però un problema: il ritardo, in questa circostanza, non è stato dovuto ad un ritardo dell’atleta, bensì da un disguido con i volontari e l’organizzazione della gara.
Il saltatore polacco, infatti, si era allontanato per andare in bagno mentre aspettava il proprio turno e, di ritorno, non ha più trovato la borsa con l’attrezzatura e gli scarponi: erano tornate “a terra” assieme a tutte le borse degli atleti che avevano già effettuato il salto.
Un episodio increscioso, che ha fatto, come si può immaginare, scatenare lo sdegno della squadra polacca.
«È molto frustrante. Abbiamo fatto molta strada per venire qui, ma a causa di questa situazione non ho potuto saltare» ha dichiarato Wasek ad NRK.
Thomas Thurnbichler, allenatore dei polacchi, ha rincarato la dose: «È talmente assurdo che sembra impossibile, è inaccettabile» L'allenatore afferma che il suo atleta ha scoperto la mancanza dell'attrezzatura abbastanza presto da permettere a qualcuno del team di supporto polacco di recuperarla, ma ritiene che ci sia stata una mancanza di comunicazione da parte dell'organizzatore. «Ho parlato con la FIS e ho detto che sono molto deluso. Per me, non è stata presa una decisione corretta da parte della giuria. Non erano aperti a nessuna discussione, ma non è stata colpa sua. Non era responsabile di questa situazione. Spero che una cosa del genere non accada mai più»
Un incidente che può sembrare di poco peso, ma avrebbe avuto tutt’altro peso specifico se fosse capitato in un altro momento della stagione o con un atleta più blasonato. Di conseguenza anche Sandro Pertile, race director per il salto con gli sci della Federazione Internazionale Sci e Snowboard (FIS), è stato interpellato sulla questione, dichiarando di voler fare chiarezza su quanto accaduto.