ÖSTERSUND – Si chiude con un podio in staffetta e uno nell’Inseguimento la tappa di esordio in Coppa del Mondo per Vetle Sjåstad Christiansen, vincitore della Coppetta di Specialità Individuale e Partenza in Linea nella scorsa stagione, oltre che n.3 della classifica generale. Una gara davvero soddisfacente per il 31enne norvegese quella di ieri, chiusa sul terzo gradino del podio grazie ad un’ottima prestazione al poligono e sugli sci che gli è valsa anche la conquista del Pursuit time. Fondo Italia lo ha incontrato domenica al termine della gara, registrando le sue sensazioni sulla corsa e sulle sue prestazioni.
«Ho deciso di attaccare di più rispetto alla sprint specialmente al poligono, dove ho impiegato troppo tempo ed era chiaro a tutti, ma ho attaccato anche in pista. Il mio primo giro è stato abbastanza veloce e sono riuscito a prendere gli altri ragazzi norvegesi che erano davanti a me, Dale e Stroemsheim, e ho cercato di usare questa modalità offensiva fin dall’inizio anche al poligono. A terra ho avuto due serie pulite, ho iniziato bene in piedi, mi sentivo bene, ne ho mancato uno nella prima serie in piedi ma avevo comunque delle buone sensazioni e potevo ancora attaccare negli ultimi due giri perché ho visto che sia Philipp (Nawrath) che Sebbe (Samuelsson) avevano mancato i bersagli e ho pensato che per me c’era un’opportunità alla fine e mi sentivo bene nell’ultima tornata ma non era abbastanza per battere Samuelsson oggi, ma comunque con un buon piazzamento anche ieri (sabato, ndr) sono felice di aver trovato il podio oggi.»
Potrebbe sembrare un risultato in linea con quanto siamo abituati a vedere dai biatleti norvegesi del circuito, tuttavia è una prestazione che ha del coraggioso alla luce dei problemi di salute che caratterizzato l’ultima fase della sua preparazione e avrebbero potuto condizionare questo avvio di stagione, visto che ancora continuano a tormentarlo non conoscendone l’origine.
«Avevo paura che soprattutto in questo contesto di gara freddo e umido i miei polmoni non mi avrebbero permesso di gareggiare. In autunno ho avuto un sacco di problemi, da settembre non ho più fatto nessuna sessione intensa di allenamento per via dei problemi ai polmoni. Si pensava fosse un problema dovuto al long-covid, poi si è ipotizzato l’asma ma non è nulla di tutto questo, ho avuto un virus tra agosto e settembre quando eravamo con la squadra tra Obertilliach e l’Alpe di Siusi e penso probabilmente che sia una conseguenza di quell’infezione, probabilmente il corpo pensa di essere ancora ammalato e si protegge ma non c’è alcun virus, ci sono i sintomi ma il corpo sta benissimo. Andare così bene in questa settimana è qualcosa che non mi aspettavo considerando che sono state le mie prime gare della stagione e le mie prime sessioni intense da molto tempo, sono sollevato che il mio corpo stia funzionando così bene»
È difficile, anche psicologicamente, per un norvegese avere dei problemi di salute che possano potenzialmente influenzare in negativo il proprio rendimento. Un sistema sportivo con una base tanto ampia, dove i talenti spuntano come funghi di stagione in stagione, scalpitando per salire nella serie maggiore, implica una concorrenza spietata e una lotta alla sopravvivenza h24 per chi è in Coppa del Mondo, costretto a lottare con il coltello tra i denti per confermare il proprio posto vista la quantità di talento che si mette in mostra in IBU Cup. Ne sa qualcosa Sturla Laegreid che in questi giorni non ha dato il meglio di sé e, seppur confermato per Hochfilzen, potrebbe rischiare di “retrocedere” quando i pettorali a disposizione della squadra maschile della Norvegia torneranno ad essere 6. Christiansen, a tal proposito, confessa il suo rammarico per la situazione del compagno di squadra.
«Sono molto dispiaciuto per lui, perché penso che questa sia la grande forza ma anche il grande difetto della squadra norvegese: quasi tutti possono provare a vincere e tutti possono raggiungere il podio ma nessuno può avere un momento di difficoltà e avere la pazienza di trovare la forma in Coppa del Mondo, tutti devono essere al meglio ora, tutti i giorni, perché altrimenti qualcun altro è pronto a prendere il nostro posto. Per Sturla è davvero una brutta situazione perché penso la sua salute non sia proprio al 100%, penso che abbia gli stessi problemi che avevo io un mese fa, non si sente molto bene, ha qualcosa anche lui alle vie respiratorie. Nelle ultime stagioni sarebbe stato il miglior biatleta del mondo se non ci fosse stato Johannes (Boe), è stato comunque il n.2 in Coppa del Mondo, e vederlo così non è bello. Abbiamo bisogno di lui nella prima frazione della staffetta a Nove Mesto, quindi penso che per lui sarebbe meglio tornare a casa, riposare e tornare in salute, ma so che è molto difficile perché deve difendere il posto in squadra visto che ad Hochfilzen saremo con “uno di troppo” e uno di noi al termine della tappa dovrà lasciare la squadra. È una bruttissima situazione mi dispiace per lui.»