ÖSTERSUND - Alla sua quinta partenza individuale in Coppa del Mondo, il norvegese Vebjørn Sørum ha conquistato il suo primo podio, giungendo terzo nella sprint di Östersund, grazie a un doppio zero al tiro e una gran bella prova sugli sci, in particolare nell'ultimo giro. Un risultato importante per un bel talento, che ancora non era riuscito a trovare spazio in Coppa del Mondo.
«Quella di oggi era la mia quinta partenza in Coppa del Mondo, il primo podio e anche la prima top ten - ha raccontato il venticinquenne a Fondo italia - sono quindi veramente soddisfatti della mia gara. Oggi non ho commesso errori al poligono, ciò che mi serve ora se voglio salire sul podio in Coppa del Mondo, perché ci sono tanti atleti molto forti. Sono molto soddisfatto soprattutto per il mio tiro, ma anche del mio ultimo giro sugli sci, che è stato molto buono. Devo ammettere che appena ho superato la linea del traguardo e ho visto il tabellone con i tempi, ho capito che sarei salito sul podio o almeno ci sarei arrivato vicino. Ovviamente non puoi mai sapere se arriva qualche altro atleta dopo, ad esempio Eric Perrot era partito dopo di me, quindi non potevo ancora avere la certezza del podio. Sono orgoglioso della mia bella gara e di aver avuto l'opportunità di salire sul podio. Sono veramente felice».
Un talento come Sørum, ma anche la storia di Filip Fjeld Andersen, oggi fuori dalla Coppa del Mondo, sono la dimostrazione di quanto sia difficile emergere all'interno del fortissimo team scandinavo. «Si, è veramente dura entrare nel team norvegese di Coppa del Mondo, ma anche restarci, perché praticamente devi sempre salire sul podio od ottenere una top six. Come avete visto anche in IBU Cup, tutti i biatleti norvegesi sono di alto livello, quindi è veramente dura. Paradossalmente entrare nella squadra norvegese è difficile quanto salire sul podio in Coppa del Mondo (ride, ndr)».
Nell'intervista rilasciata oggi a Fondo Italia, Giacomel si è detto contento per il podio di Sørum, suo amico. Il norvegese ha speso quindi belle parole per l'azzurro, ma anche per gli altri giovani che come loro due stanno cercando di emergere e rappresentano il futuro di questo sport: «Tommaso è veramente una bella persona, abbiamo gareggiato da avversari ai Mondiali Giovanili e in IBU Cup. Lui è riuscito a stabilirsi in Coppa del Mondo più velocemente rispetto a me. È divertente che ora anche io sia qui e possiamo affrontarci di nuovo. Voglio competere con lui, sfidarci, come giusto che sia per due buoni amici che amano il biathlon. Ma non solo con Tommaso, è bello poter competere anche con gli altri atleti giovani delle varie nazionali. In generale questo è un bellissimo ambiente, condividiamo tutti la grande passione per il biathlon. Spero che da qui a cinque anni, saremo noi giovani a competere per il pettorale giallo. Tifo per tutti i miei coetanei, che siano italiani, svizzeri, norvegesi o svedesi».