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Biathlon

Biathlon – Johannes Boe ammette di essere in difficoltà sugli sci “no fluoro”: “Sono troppo debole, speravo quasi di sbagliare al poligono per non dover lottare fino in fondo”

Oggi Johannes Thingnes Bø si è presentato ai cancelletti di partenza della sprint con il pettorale rosso del vincitore in carica della Coppa Sprint, con la possibilità di tenere aperta la striscia di vittorie nel format. Ma le cose sono andate diversamente per il norvegese che, in un certo senso, sta mostrando il lato più umano dell’atleta, che negli ultimi anni ha fatto la voce grossa in campo maschile, diventando una figura quasi extraterrestre nel circuito maggiore del biathlon, stracciando record con prestazioni talvolta irreali; non oggi: partito con il pettorale 26, non è andato oltre la 18esima piazza, con tre errori pesanti al poligono e 1’35’’ dalla testa, troppi anche per uno come lui, soprattutto in un momento in cui ammette di non essere al meglio sugli sci.
«Sono stato troppo male in pista e al poligono» ha spiegato al microfono di NRK al termine della gara «Si può dire quel che si vuole, ma non valgo più di quello che mostra la classifica.».
«Devo ammettere che sono un po’ indietro rispetto all’anno scorso» continua «È terribilmente fastidioso. È una sfida e devo provare a rialzarmi.»
Bø ritiene che, in parte, il divieto del fluoro abbia potuto contribuire a queste prestazioni deludenti da parte sua. «Penso che ci sia molta differenza con i prodotti senza fluoro rispetto a prima. Prima potevi volare con gli sci senza dover far forza con la parte superiore del corpo, e non credo che sia più possibile farlo. Adesso sono semplicemente troppo debole e devo mettere su più muscolatura»  

Il campione è duro con sé stesso anche per ciò che riguarda la prestazione al poligono.
«Non riuscivo a trovare un buon ritmo. La prima serie è stata disastrosa. È andata meglio in piedi, ma ero stanco. Speravo quasi di sbagliare e di fare tre errori, per non dover lottare fino in fondo. E quando hai un atteggiamento così debole allora ti meriti anche di fare male. No, di fallire!»

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