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Biathlon , Range time

Range Time: “Il dettaglio che fa la differenza”. L’analisi di Giuseppe Piller Cottrer

Si è tornati a sciare e a sparare. Si è tornati a respirare la frizzante atmosfera del biathlon e a registrare già i primi interessanti riscontri.
Ed ora ritorna anche l’appuntamento con Range Time, l’analisi che Giuseppe Piller Cottrer – tecnico di alto livello e opinionista Rai – condivide dalla passata stagione con Fondo Italia.

Il migliore inizio possibile – “Clima invernale ad Östersund. E condizioni pressoché perfette per rompere il ghiaccio. Bene così: proprio un ottimo inizio anche per l’alto livello competitivo e qualitativo di queste prime due giornate in cui anche Johannes Bø si è dimostrato meno dominante dell’inverno passato. Solo l’inizio? Si vedrà, intanto anche grazie ad ottimi materiali il team tedesco ha fatto la voce grossa nelle due individuali. Insomma, ci sono ottimi presupposti”.

Un decimo che fa la differenza – “Si è visto domenica nella 15 chilometri femminile. Se la competitività ed il livello sono alti, a fare la differenza può essere il dettaglio. E la ricerca della quadratura perfetta va perseguita su diversi fronti. Per esempio l’attenzione e la velocità di manovra al poligono, elemento diverso dalla velocità di tiro ma che può favorirla. Dall’arrivo in piazzola al momento del primo tiro ci sono tanti aspetti e dettagli da curare, così come in fase di ripartenza: basta poco per perdere qualche decimo qua o là. Lo stesso si può dire sugli sci: una tecnica raffinata permette di risparmiare energie e garantisce una gestione migliore, specie su chilometraggi impegnativi come nel caso dell’individuale, così come la scelta delle traiettorie e della posizione di massima aerodinamicità in discesa. Senza trascurare la spaccata, che può rivelarsi fondamentale anche in un arrivo solitario. Inutile dire come Lisa Vittozzi abbia fatto tutto bene e anche per questo ha avuto la benedizione di quel decimo. Vincere la prima gara è importante, anche perchè le ha consentito di riprendersi alcune beffe che in passato l’avevano vista mancare qualcosa di importante per un nonnulla”.

Azzurro vivo – “Un terzo posto con la mista e la vittoria di Lisa: il bottino è notevole in questa prima parte di tappa inaugurale, Vittozzi è ormai una big del circuito, sarà l’osservata speciale in quasi tutte le giornate da qui a marzo ma la stessa Dorothea Wierer – pur in recupero dall’influenza – è stata in linea col podio fino all’ultimo poligono. Rebecca Passler ha affrontato questa prima uscita stagionale nel modo giusto: che talento il suo, ha tutto per diventare a propria volta una protagonista del circo bianco. E bene anche Hanna Auchentaller e Samuela Comola mentre per Beatrice Trabucchi è di fatto appena iniziato l’ambinetamento.
Al maschile…. Tommaso Giacomel è arrivato ad un errore dal successo e va bene così. Didier Bionaz ha aggredito al meglio la staffetta e sfiorato qualcosa di grosso nell’individuale con Lukas Hofer che è tornato nel giro. Recuperare da un doppio intervento in età non più verdissima non è scontato e ci vuole del tempo, ma Luki è un leone e lo aspettiamo a livelli ancora più alti. Bene anche Elia Zeni, si sta costruendo in maniera molto interessante”.

Fluoro e derivati – “Quello delle scioline è un tema molto interessante e profondo. Ci sono stati investimenti da parte di alcune federazioni ma non è dalla prima (semi)tappa che si possono trarre conclusioni o sentenze. Credo che quando si tratterà di sciare su nevi più umide si potranno avere più dati e riscontri. Per ora… buon biathlon a tutti!”.

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