Sci di fondo | 23 novembre 2023, 18:50

Sci di fondo - La presentazione della Coppa del Mondo maschile 2023/24: l'incognita no fluoro, i protagonisti, il grande favorito e le speranze dell'Italia

Foto credit: Newspower

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È semaforo verde sulla Coppa del Mondo maschile di sci di fondo 2023/24, che come da tradizione parte da Ruka con la sprint a tecnica classica. Quella che ci attende sarà una stagione molto particolare, non soltanto perché priva di eventi come Mondiali e Olimpiadi, cosa che ovviamente favorirà l’interesse degli atleti sulla lotta per conquistare il globo di cristallo e vedrà nel Tour de Ski l’highlight della stagione, ma soprattutto per la rivoluzione “no fluoro”.

Tra poche ore, infatti, assisteremo alla prima competizione della Coppa del Mondo di sci di fondo dopo l’abolizione del fluoro, che causa ovviamente tante incognite. Al di là della paura di possibili squalifiche, come accaduto nello sci alpino, ci si chiede se qualche nazione sia più avanti rispetto alle altre in questa fase di transizione. Occhi puntati quindi sui paesi nordici, quelli che hanno fortemente voluto questa rivoluzione (non obbligata dalla UE) e da diverso tempo sono al lavoro per testare materiali, anche perché soprattutto un produttore scandinavo è stato protagonista di questo cambiamento.

I PROTAGONISTI

Messa da parte l’incognita fluoro, che sarà certamente il tema principale almeno nella prima parte di stagione e scatenerà, ne siamo convinti, anche inevitabili polemiche, passiamo alla parte sportiva, cercando di cogliere i protagonisti.
Ovviamente, è anche banale indicare il grande favorito per la vittoria finale del globo di cristallo: Johannes Hofslot Klæbo. Il fenomeno norvegese, perso il suo grande rivale Bolshunov, per l’esclusione sua e di tutta la squadra russa a causa dell’invasione in Ucraina, è rimasto senza avversari sul lungo periodo. In una Coppa del Mondo che ha nella parola “continuità” il suo cavallo di battaglia, un fondista completo e moderno, capace di vincere praticamente in ogni format di gara, appare imbattibile in condizioni normali. Molto dipenderà quindi dallo stesso Klæbo, dalle sue condizioni fisiche e da come approccerà la stagione, dal momento che il fenomeno norvegese ha come grande obiettivo, così come tutti i suoi connazionali, il Mondiale di Trondheim 2025. Dopo le tante polemiche estive, forse a volte anche “scenografiche”, sicuramente qualcuno avrà anche il dente avvelenato nei suoi confronti, ma batterlo con continuità in pista sembra difficile.

I nomi dei suoi principali avversari sono sempre gli stessi. Certamente il più pericoloso è il solito Krüger, l’unico dei big norvegesi ad aver impostato una preparazione più simile a Klæbo, passando diversi periodi in quota. Un campione del genere avrebbe tutto per vincere la Coppa del Mondo, non fosse però penalizzato da format di gara e piste che non sembrano certo aiutare atleti con le sue caratteristiche. Unica via: un’impresa al Tour de Ski. Un altro atleta che punterà sulla continuità è Golberg, campione del mondo della 50 km e secondo nell’ultima Coppa del Mondo, mentre da Valnes ci si aspetta un ritorno ad altissimi livelli dopo una stagione passata al di sotto delle aspettative.

Certamente tra gli atleti maggiormente indiziati per i vertici della generale c’è anche l’italiano Federico Pellegrino, terzo nella passata stagione e sempre più competitivo nelle distance. Il poliziotto valdostano ha l’intenzione di prendere parte a tante competizioni, se il corpo lo permetterà, e se dovesse confermarsi, se non migliorare ancora, potrebbe davvero compiere l’impresa di lottare nuovamente per una posizione molto alta nella generale. Di lui abbiamo scritto già tutto, ma nonostante abbia 33 anni, è oggi impossibile immaginare quale sia il suo limite.

La speranza di tutti è che non si assista nuovamente a un dominio norvegese, con le classifiche distance aperte da sei se non dieci atleti sudditi di Re Harald V. Ovviamente, il più indiziato a dar loro battaglia nelle gare in tecnica classica, riuscendo spesso a metterseli alle spalle, è Iivo Niskanen. Il finlandese è mancato nella passata stagione, sicuramente non la migliore della sua carriera, a causa di diverse problematiche di salute. Ora, già da Ruka, ci si aspetta possa mettere in seria difficoltà i campioni norvegesi.

La Svezia schiera due atleti in grado di far bene quasi ad ogni gara, come Poromaa ed Anger. Il primo cerca la definitiva consacrazione, continuando a migliorare costantemente. Il secondo, invece, vuole confermare quanto di buono mostrato lo scorso anno e crescere ancora. Atleta dal fisico imponente ha dimostrato già di avere i mezzi per fare bene in ogni format, non soltanto nelle sprint.
La Francia ha la solita squadra competitiva, soprattutto nelle sprint dove ora i transpalpini non sono più a due ma tre punte. Al sempre competitivo Jouve e al fortissimo ma anche inconcludente Chanavat, almeno quando si tratta dei momenti chiave della stagione, si aggiunge un Jules Chappaz che finalmente sta confermando quel talento che aveva mostrato a livello giovanile. I francesi, però, hanno anche delle pedine importanti nelle distance, in particolare Lapalus, apparso in gran forma a Beitostølen.
Ci sono poi giovani competitivi, come il solito tedesco Moch, gli statunitensi (Schoonmaker, Schumacher e Ogden), il canadese Cyr, magari anche lo svizzero Fähndrich, sorprendente a Gällivare. Sarebbe un bel messaggio se anche queste nazioni riuscissero a inserirsi nella lotta per le posizioni più prestigiose, in particolare i nord americani, vista la lunga trasferta in programma tra Stati Uniti e Canada.
Il più atteso tra gli altri arriva però dall’Asia, è il cinese Wang Qiang, fondista dal potenziale fisico enorme, in possesso anche di una discreta tecnica, molto competitivo e determinato, che si era fatto conoscere nel finale della stagione 2021/22, prima con una sprint olimpica da protagonista, buttata alle ortiche per una squalifica, poi con le bellissime prestazioni nelle ultime uscite stagionali, fino al podio a Drammen. Purtroppo, la politica cinese lo ha tenuto fuori dalla Coppa del Mondo per un anno intero ed ora, finalmente, Wang Qiang si appresta a fare il suo ritorno. Sicuramente per ogni piazzamento ai vertici bisognerà fare i conti con lui, anche se avendo gareggiato ancora poco ad alto livello, manca di esperienza e spesso in pista si vede.

GLI ITALIANI

E l’Italia? Le aspettative sono giustamente alte dopo gli ottimi risultati della passata stagione, che sono andati oltre Pellegrino. Al terzo anno con Cramer, De Fabiani è deciso a fare un ulteriore passo avanti ed essere con continuità nelle zone più alte della classifica, con uno sguardo, ovviamente, ad alcune singole competizioni a cui tiene in modo particolare, come la 15 km della Val di Fiemme e la 50 km di Holmenkollen. Dal gruppo azzurro c’è grande attesa per i giovani Graz e Barp. Il primo è pronto a salire di livello, mostrando anche in Coppa del Mondo, quel potenziale visto in passato nelle categorie giovanili. Il secondo, invece, è chiamato a fare esperienza, ma conoscendolo non si accontenterà di questo. Ovviamente, però, avrà bisogno di abituarsi alla nuova realtà. Quanto mostrato da entrambi a Muonio fa bene sperare. Ulteriori passi avanti sono attesi da Ventura, cresciuto nel finale della passata stagione, e Simone Daprà, bravo a riprendersi la nazionale. E protagonista nella storica staffetta vincitrice a Dobbiaco.
Purtroppo, invece, nella prima parte di stagione non vi sarà Simone Mocellini, il più atteso degli azzurri, insieme a Pellegrino e De Fabiani, visti i grandi risultati ottenuti nella passata stagione. L’infortunio non gli permetterà di esserci almeno fino al Tour de Ski, ma siamo convinti che non appena rientrerà saprà confermarsi ad alto livello. Il progresso mentale l’ha ormai avuto, ora bisogna solo restare tranquilli, fidarsi del proprio talento e raccogliere quanto seminato.

Proprio Mocellini è l’esempio positivo per tutti gli altri azzurri, dal gruppo Milano-Cortina agli atleti dei corpi sportivi. Soprattutto Hellweger, Abram e Romano, tra i nazionali della squadra di Scola, cercheranno di ritagliarsi un loro spazio in Coppa del Mondo, dove hanno mostrato di poter ottenere anche discreti risultati, se non buonissimi come quello del piemontese a Holmenkollen. Fuori dalla squadra, vi sono poi fondisti che puntano a riprendersi il pettorale di Coppa del Mondo, come l’affidabilissimo Nöckler, un Peter Pan che non smette mai di stupire alimentato da una passione infinita, un Salvadori con tanta voglia di riscatto, Martin Coradazzi che è stato protagonista di un’estate molto positiva, Montello che vuole ritagliarsi uno spazio a livello internazionale e un Luca Del Fabbro che non smette di crederci ed è pronto a battagliare, per dimostrare che il talento non svanisce per un incantesimo. La speranza è che, anche tra i non citati, per motivi di spazio, vi sia qualcuno in grado di far bene anche in Coppa del Mondo, c’è. Mocellini docet.

Giorgio Capodaglio