Dopo gli ultimi Mondiali di Oberhof, in cui ha raccolto risultati strepitosi in staffetta ma non è stata al suo livello nelle gare individuali, Dorothea Wierer ha cominciato a pensare al ritiro. Un momento di frustrazione, forse, che però ha attecchito in lei e non l'ha abbandonata ancora: per l'azzurra delle Fiamme Gialle, infatti, potrebbe essere l'ultima stagione con gli sci.
È stata la stessa Wierer a confessarlo in un'intervista al Corriere della Sera: «Non so se sia la mia ultima stagione, ma potrebbe esserla. A metà stagione prenderò una decisione».
Lasciare a fine anno comporterebbe la dolorosa rinuncia a Milano-Cortina 2026 e la chiusura del palmares a cinque cerchi con tre bronzi (due in staffetta a Sochi e Pyeongchang e quello nella sprint di Pechino): «Ne sarei dispiaciuta. L'unico oro che mi manca è quello olimpico e se andrò avanti sarà per tentare di conquistarlo. Ma dall'altro lato sarei persino contenta perché non sarei più sotto pressione. La voglia è di 'menare' ancora, però il biathlon è uno sport di fatica, quindi le più giovani saranno avvantaggiate. Ma la fame c'è ancora».
I Giochi sono ancora lontani, e Wierer vuole procedere a vista, dando ascolto quotidiano alle sensazioni che le dà il corpo. Tanto vale concentrarsi sulla stagione alle porte (al netto dell'influenza che potrebbe metterla k.o. per Östersund) e puntare ai Mondiali di Nove Mesto, dove comunque non andrà con la "fissa" del risultato: «Sono già stata fortunata a vincere tanto, non mi aspetto per forza di farlo ancora. Darò il meglio, ciò che arriverà sarà un di più. E nessuno mi leverà i trofei in bacheca».
Questa stagione, Doro racconterà per Eurosport i "dietro le quinte" delle gare di biathlon. Una nuova avventura che potrebbe aprirle la strada a un futuro in televisione: «Magari il mio accento marcato, che a qualcuno dà un po' di fastidio e ad altri no, mi caratterizzerà, mi renderà simpatica e potrà essere un marchio di fabbrica. Io la nuova D'Amico? Non penso si essere così brava...». Sicuramente non brava come con sci e carabina, ma Wierer ha ormai abituato a stupirci.