Il countdown per l’inizio della Coppa del Mondo si fa sempre più veloce a poco meno di 3 giorni dall’avvio delle gare di Östersund ed è tempo di bilanci ma soprattutto di quella sana tensione che precede un momento tanto importante per Justine Braisaz Bouchet, che torna alle competizioni dopo aver preso una pausa dal biathlon nella scorsa stagione per preparare l’arrivo della sua primogenita, la piccola Côme, nata lo scorso febbraio.
Intervistata da Skichrono, non c’è spazio per tutto ciò che è al di fuori dello sport (in breve, il caso Simon), la biatleta transalpina racconta come sta andando il suo ritorno alle competizioni.
«Nel complesso la preparazione è andata bene, sono dove volevo essere fisicamente, anche in termini di prestazioni. Sono emozionata anche per l’avvicinarsi delle gare. C’è sempre una dose di apprensione, ovviamente, ma non vedo l’ora.»
Stare lontana dalle gare, ammette la 27enne, non è stato facile per qualcuno con uno spirito competitivo come il suo.
«Ci sono cose che mi sono mancate l’anno scorso, soprattutto certi ricordi, da un sito di gara all’altro. Guardare il biathlon in TV, ma anche lo sci alpino, gli sport invernali in generale… ha risvegliato questo istinto competitivo. Questo periodo mi ha fatto bene, perché mi sono concentrata su me stessa e ho imparato di più su come affermare alcune delle mie scelte, come perseguire la mia carriera. Non ho lavorato 15 anni per mollare tutto di già. Penso però di essere nella fase finale della mia carriera. Questa proiezione mi fa dire che mi restano dai tre ai quattro anni e non andrò oltre, questa è una certezza. Mi dico che è lo sprint finale quindi provaci.»
Ma in che modo Braisaz, medaglia d’oro della Mass Start di Pechino 2022, pensa che la pausa per la maternità, un momento tanto personale, abbia influenzato e aiutata l’atleta ad evolvere nel suo percorso agonistico?
«Ho le idee più chiare e mi sento più distaccata dallo sguardo degli altri che mi ha influenzato non poco prima di trovare il mio posto nel mondo agonistico. Mi ha fatto accettare i risultati buoni o meno buoni, che prima mi condizionavano troppo. Oggi voglio dare spazio a quello che sono, come persona, e penso che sia ciò che costituisce l’identità di un atleta. Avere un figlio implica cambiare lo stile di vita che hai scelto, fare delle scelte. Mio marito ha sacrificato la sua carriera professionale e ha preso un congedo parentale per un po’ in modo che potessi riprendere la mia carriera. Sono scelte forti che confermano ulteriormente tutte le azioni che compio quotidianamente. Penso che avere questo doppio progetto sia un’opportunità. Non vedo l’ora di poter condividere queste esperienze con mia figlia, spero che apportare qualcosa nella sua vita. Perché lo sport è una grande scuola.»
Naturalmente, tornare dopo una pausa lunga una stagione non è affatto facile, soprattutto in termini di obiettivi.
«Mi sono preparata e allenata come se avessi intenzione di salire sul podio quest’inverno, con tutte le incognite che ci sono, ne sono consapevole. So che fisicamente il livello internazionale non è stato ad aspettarmi, c’è tantissima concorrenza in pista. Ma non starò a guardare, mi sento bene fisicamente. In termini di risultati, vedo un’ampia gamma. Spero di salire sul podio un paio di volte quest’inverno, immagino di essere regolarmente nella top 10. Ad andare oltre penso che rimarrei deluso. Voglio solo fare bene. Il mio obiettivo principale è essere qualcuno sul poligono di tiro. È ciò che conta di più per me.»
Per prepararsi al ritorno alle gare e agli allenamenti Braisaz ha parlato con altre atlete che hanno preso una pausa maternità, come Marie Dorin-Habert o Anais Chevalier-Bouchet.
«Gli unici punti su cui avevo dubbi riguardavano la mia capacità di muovermi all’inizio della gravidanza. Volevo continuare a fare sport quindi sono stata seguita e ho fatto attività fisica durante tutta la gravidanza fino al termine. Ho avuto degli scambi con Marie e un po’ con Anaïs. In realtà volevo vivere la mia esperienza ma è interessante sapere come è andata per loro. Durante la gravidanza mi sono sentita sicura e affermata come persona, quindi non ho avuto bisogno di tanta preparazione. E quando si tratta di tornare allo sport, il corpo ha buona memoria. Sono tornata rapidamente con ottima mobilità e tono, fisicamente stavo bene. Non avrei potuto seguire direttamente l’intensità del gruppo femminile ma dopo sei mesi di allenamento l’intensità è tornata. Sono felice e orgogliosa di essere qui oggi.»
Biathlon – Braisaz si prepara a ritrovare la Coppa del Mondo da mamma: “Non vedo l’ora di poter condividere queste esperienze con mia figlia”
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