Anche quando non c’è, Johannes Klæbo è l’argomento di discussione più dibattuto. All’interno della nazionale norvegese, infatti, si parla soprattutto del grande assente, non solo dalle gare di apertura di Beitostølen ma da tutto il gruppo squadra di Coppa del Mondo. Il fuoriclasse, che questo weekend non ha potuto raggiungere la Norvegia a causa del Covid-19, nella scorsa primavera ha annunciato che per quest’anno si allenerà in maniera individuale, con la sua famiglia e in quota, per profondi dissidi con una Federazione che Klæbo ritiene senza valori.
L’allenatore della squadra sprint Arild Monsen ha risposto al "suo" (a questo punto, le virgolette sono d’obbligo) campione, difendendo la Federazione norvegese di sci con toni fermi: «È un tema di cui si è parlato tantissimo, e si può dire che sia stato una perdita di energia. Penso tante cose di questa situazione, ma non le dirò. Non voglio rispondere a Johannes quando parla di valori, e non ho motivo di farlo. Lui può parlare dei suoi valori, ma tutte le vicende hanno almeno due facce», queste le sue parole a VG.
L’allenatore della squadra sprint Arild Monsen ha risposto al "suo" (a questo punto, le virgolette sono d’obbligo) campione, difendendo la Federazione norvegese di sci con toni fermi: «È un tema di cui si è parlato tantissimo, e si può dire che sia stato una perdita di energia. Penso tante cose di questa situazione, ma non le dirò. Non voglio rispondere a Johannes quando parla di valori, e non ho motivo di farlo. Lui può parlare dei suoi valori, ma tutte le vicende hanno almeno due facce», queste le sue parole a VG.
«Lavoro per la Federazione e penso che sia triste che stiamo diventando carne da macello. Trovo che sia un peccato che le critiche contro la Federazione siano così poco equilibrate. Gliel’ho detto due volte: a Ruka ci saranno delle regole da applicare, e se avremo qualcosa da dirci, lo faremo». Una spaccatura, insomma, tra il gruppo squadra e il suo fuoriclasse, che tuttavia secondo Monsen non dovrebbe avere conseguenze perlomeno sul piano umano: «Johannes non è diventato un estraneo per noi e penso che gli sarebbe piaciuto far parte della nazionale. Spero e credo che gli mancheranno me e i ragazzi».