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Olimpiadi

Giochi 2030 – Il governo appoggia la candidatura della Svezia

La Svezia non molla. Battuta da Milano-Cortina per il 2026, il paese scandinavo ci riprova per l’edizione del 2030. Dopo gli studi di fattibilità per ospitare l’edizione dei Giochi olimpici, che hanno chiarito il budget complessivo a disposizione, la richiesta di Stoccolma ha ricevuto ieri l’appoggio del governo svedese.

In un comunicato stampa, l’esecutivo ha fatto sapere di aver dato il via libera al Comitato Olimpico Nazionale per completare il dossier di candidatura del paese, affermando di essere «pronto a passare alla fase successiva» e a «fornire le garanzie statali necessarie per una candidatura». Nell’ambito di questa candidatura, Stoccolma sarebbe il punto nevralgico di un’edizione che coinvolgerebbe anche Falun, Åre e Östersund. Il ministro dello Sport svedese Jakob Forssmed ha anche ipotizzato, in un’intervista all’agenzia di stampa TT, la possibilità di far svolgere alcune gare in Lettonia e Norvegia, senza fornire ulteriori dettagli.

Al momento l’unica candidatura ufficiale è quella della Francia, presentata peraltro pochi giorni fa al Cio. In lizza, c’è anche la Svizzera, che tuttavia come la Svezia non ha ancora compiuto il passo ufficiale presso il Cio. Sembra dunque che i Giochi, dopo Milano-Cortina, restino in Europa, anche perché l’unica città al di fuori del Vecchio Continente che sembra interessata a ospitare la rassegna a cinque cerchi è Salt Lake City, che preferirebbe organizzare l’evento nel 2024 per evitare conflitti con Los Angeles 2028.
Per la Svezia potrebbe essere una prima assoluta come organizzatrice dei Giochi invernali. Per quanto sia un paese dalla forte tradizione sciistica, ha ospitato solo la rassegna estiva, peraltro nel lontanissimo 1912. Non si può dire che gli svedesi non ci abbiano mai provato: anzi, i tentativi sono partiti nell’edizione del 1984 (candidatura di Göteborg). Nel tempo sono state sconfitte anche Falun (1988, 1992), Östersund/Åre (1994), la sola Östersund (1998, 2002) e Stoccolma/Åre (2026).

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