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Combinata Nordica – Graabak sostiene la squalifica di Mowinckel: “Quando c’è un divieto, deve essere tale.”

Come ormai noto, prima vittima del nuovo divieto sui prodotti contenenti fluoro recentemente introdotto dalla FIS è arrivato già alla prima gara di Coppa del Mondo dello sci alpino, la norvegese Ragnhild Mowinkel All’inizio della settimana, il suo fornitore di materiali, Head, ha pubblicato un comunicato stampa in cui il direttore del reparto agonistico di Head, Rainer Salzgeber, discolpa Mowinckel di ogni responsabilità in questo caso e spiega che il fluoro sarebbe provenuto da un tappo di sughero contaminato.
«Attualmente è impossibile distinguere tra attrezzatura contaminata e qualcuno che ha usato deliberatamente il fluoro. Si ha la sensazione che il sistema non sia del tutto in ordine» ha affermato Mowinckel in un’intervista su NRK, dove la sciatrice ha parlato per la prima volta della squalifica in cui è incappata a Sölden «È questo che trovo più frustrante in questo caso: perché un attrezzo contaminato dovrebbe essere sufficiente per la squalifica? In questo caso, è già stato dimostrato che la sciolinatura applicata ai miei sci dall’ingrassatore è priva di fluoro. Ritengo negativo che un sistema non tenga conto di questo aspetto»
A questa dichiarazione, ha reagito il combinatista Jørgen Graabak, con un post su X: “La squalifica di Mowinckel è un peccato, ma era la cosa giusta da fare”

Dopo il post, NRK ha contattato il 32enne quattro volte medaglia d’oro alle Olimpiadi per commentare la situazione. Anche Graabak ritiene che sia triste che sia stata squalificata; tuttavia, sostiene la decisione.
«(Mowinckel) esprime il desiderio di un sistema che riconosca che il fluoro sui suoi sci proviene da un tappo di sughero utilizzato per lubrificare gli sci. Però a questo punto si entra in un’area che rende estremamente difficile avere un sistema di testaggio che funzioni, perché allora non bisogna solo testare da dove proviene la sciolinatura, ma anche in una certa misura quale sia lo scopo dietro la sciolinatura. Quando c’è un divieto, deve essere tale che se hai del fluoro sotto gli sci, sei fuori. Deve quasi essere un po’ o bianco o nero»
Graabak ammette di essere stato scettico riguardo al divieto del fluoro in passato, perché temeva che sarebbe stato difficile da applicare. Recentemente, ha ricevuto rassicurazione dagli ski men della combinata nordica, secondo cui i test ora sono attendibili. Per lui, il fatto che Mowinckel sia stata “beccata” è la prova che i test funzionano davvero.
«Sembra che funzioni, e quindi avrà alcune conseguenze sfortunate per alcuni. Prenderanno coloro che imbrogliano, e poi forse qualcuno sarà sfortunato e troverà il fluoro nella sua attrezzatura senza saperlo e senza volerlo» afferma, consapevole che questa sorte potrebbe capitare anche a lui «sarebbe incredibilmente spiacevole, ma fa parte del gioco»
Aumentare il valore limite e consentire un margine di tolleranza non ha senso secondo il combinatista norvegese e comporterebbe dei rischi.
«Potremmo ritrovarci in una situazione in cui alcuni più disonesti approfitterebbero dell’occasione per usare un po’ di fluoro, ma rimanendo un po’ al di sotto del valore limite per ottenere un vantaggio. Sarebbe una tentazione inutile»
Stein Olav Snesrud, il coordinatore per la sciolinatura senza fluoro presso la Federazione di Norvegese Sci, ritiene che quanto è accaduto a Mowinckel a Sölden sia orribile.
«Ci dà un piccolo campanello d’allarme. Faremo molta attenzione a controllare tutti gli sci e tutta l’attrezzatura nei giorni precedenti le gare» dice a NRK.
Snesrud sottolinea che nello sci alpino non esiste un team di skiman, ma che gli sci vengono preparati dai rispettivi produttori di sci. Pertanto c’è una relativa sicurezza per le discipline nordiche, dove tutta l’attrezzatura viene pulita e testata da un service interno alla federazione (e ciò che non è stato possibile pulire è stato gettato e sostituito). Anche Graabak è ragionevolmente fiducioso e confida che gli ski men della squadra di combinata abbia tutta la situazione sotto controllo; per altro, hanno acquistato una macchina di prova.
«Sono stati introdotti protocolli molto rigidi per evitare che il fluoro entri, perché ha la tendenza a diffondersi un po’» spiega e ironizza «È quasi come se nei truck ci fossero routine di sicurezza più severe di quelle che ci sono ora a Gardermoen (aeroporto di Oslo, ndr)»
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