Nella sua autobiografia di recente pubblicazione Charlotte Kalla si è aperta su temi intimi e delicati, come l’accettazione di se, del proprio corpo, la salute mentale e l’assunzione di farmaci. Sotto quest’ultimo profilo, la svedese ha rivelato di aver preso medicinali per l’asma all’inizio della Coppa del Mondo 2016-17. Un aspetto che Kalla aveva sottaciuto nel corso della carriera, venendo condizionata da tutte le polemiche che si erano abbattute sugli atleti norvegesi, trattati come dopati proprio nell’autunno 2016 dopo il caso di Martin Sundby, che nella stagione precedente aveva violato le regole WADA sul corretto uso dei farmaci per l’asma.
Il passaggio sui medicinali non ha fatto piacere a Marit Bjørgen. La leggendaria fondista norvegese, come altri colleghi della nazionale, era infatti stata molto aperta sull’assunzione di questi farmaci, prendendosi le critiche degli appassionati: «Fino a un certo punto capisco Charlotte. Era un argomento che riguardava anche me dal 2011. C’è stata molta negatività e si è scritto molto al riguardo», questo il suo commento a NRK. «Penso che la Norvegia si sia assunta gran parte della colpa: io stesso sapevo come ci fossero molte altre nazioni e tanti atleti che usavano farmaci per l’asma ma non si sono mai fatti avanti. Siamo stati noi a prenderci il fardello. Sapevo che c’erano atleti che prendevano farmaci, ma non potevamo dirlo. Speravo che si sarebbero fatti avanti. Io sono stata onesta al riguardo e sapevo di essere stata approvata dalla Fis».
Kalla ha motivato il suo silenzio con la paura del giudizio altrui, dettata forse anche da quella voce interiore della vergogna con la quale ha vissuto (e combattuto) per tutta la sua carriera. La svedese ha ammesso che nemmeno gli altri atleti della nazionale sapessero dei farmaci che prendeva.