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Biathlon

Il giudizio dei biathleti norvegesi sul caso Braathen: la Federazione Norvegese di sci non è al passo con i tempi

I biatleti della nazionale norvegese sono impegnati in questi giorni nell’ultimo raduno stagione a Beitostølen, prima dell’inizio della stagione che si celebrerà il prossimo weekend a Sjusjøen, dove si trova anche la nazionale italiana. 
Nonostante siano impegnati negli allenamenti, anche loro sono in qualche modo coinvolti dagli eventi che stanno tenendo occupate le prime pagine dei quotidiani e dei siti sportivi nazionali: si tratta ovviamente del ritiro dall’attività agonistica della stella dello sci alpino Lucas Braathen dopo essere stata in conflitto con la Federazione norvegese di sci.
La televisione norvegese TV2 ha incontrato alcune stelle del biathlon norvegese e ha chiesto loro di commentare l’accaduto: in Norvegia, il biathlon ha una federazione indipendente da quella di Sci, a differenza di quanto accade ad esempio in Italia e questo porta un inevitabile confronto tra le due realtà.
«Sono solo triste. Una grande perdita per tutti» dice Vetle Sjåstad Christiansen «Nessuno può decidere sul Christiansen privato. Se voglio promuovere un partner che compete con i partner della federazione, posso farlo. Instagram è mio e finché non è uno sponsor associato al Christiansen biatleta, posso fare quello che voglio»
Questa dichiarazione di Christiansen ricorda che anche i biatleti norvegesi si sono trovati in una situazione molto simile. Poco prima dell’inizio della stagione 2019-20, nessuno dei biatleti aveva firmato un accordo sportivo con la Federazione Norvegese di Biathlon, come aveva riportato all’epoca NRK. Ma il conflitto si è risolto proprio l’anno scorso, quando il Comitato federale della Federazione di sci aveva concesso agli atleti una vittoria completa nella disputa sui diritti di immagine. Questa decisione è stata favorevole anche per i biathleti e le cose sono nettamente diverse ora.
«Il processo che si è svolto nella famosa commissione legislativa alla federazione di sci è la stessa conclusione che è stata trasmessa alla nostra federazione» ha spiegato Tarjei Bø «La nostra federazione ha compreso che questo è il modo in cui va il mondo e ha inserito la decisione immediatamente nel nostro accordo con la nazionale, quindi che ciò non sia accaduto anche nella Federazione di Sci è molto strano»
Il 35enne di Stryn ha elogiato la propria federazione.
«Siamo tutti preoccupati per la comunità sportiva, ma curiamo anche i nostri interessi. Penso che nella nostra federazione abbiamo gestito questo problema in modo esemplare. Forse è la nostra educazione, e siamo tra adulti che riescono a parlare tra loro. A volte, a quanto pare, si riduce a questo»
Christiansen è dello stesso avviso: «Penso che siamo molto più fortunati. Sembra che disponiamo di un metodo leggermente più ordinato e semplice per quanto riguarda il feedback sullo schema o sul contratto.»
Anche Ingrid Landmark Tandrevold si unisce al coro di elogi per la federazione del biathlon e critica l’immobilismo della federazione sciistica, che con i suoi regolamenti non è al passo con i tempi e le esigenze attuali degli atleti: «Penso che abbiamo un’ottima comunicazione nella nostra federazione. Sento che è molto facile prendere il telefono e raggiungere la persona con cui si vuole parlare. Penso che questo significhi che puoi essere tranquillo. Non credo che le leggi e le regole abbiano seguito l’evoluzione della società. Vedo che molti qui parlano di andare contro il modello nazionale, sfidandolo. Non mi sembra che sia completamente corretto. Una cosa è il modello nazionale, un’altra i diritti d’immagine e i social che all’inizio degli anni 2000 non esistevano»

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