Un terremoto è quello che in queste ore sta scuotendo la Federazione Norvegese di Sci. La giovanissima stella dello sci alpino Lucaas Braathen ha annunciato il proprio ritiro a soli 23 anni e a pochi giorni dalla prima gara di Coppa del Mondo di Sci Alpino.
La decisione si inserisce nella spiacevole vicenda che ha coinvolto la Federazione norvegese per tutta l’estate e coinvolto in misura diversa tutte le discipline della neve e i suoi protagonisti: gli accordi di rappresentanza tra Federazione e atleti per consentire a questi ultimi di partecipare alle competizioni internazionali. Da Jarl Magnus Riiber che ha dovuto cancellare sui propri social i post sponsorizzati da un concorrente di un brand legato alla federazione, a Johaness Høsflot Klæbo che ha trovato un accordo solo due settimane fa, la federazione norvegese sta dimostrando di essere ancorata ad un sistema incompatibile alle esigenze odierne dei singoli atleti, per cui la propria immagine al di fuori delle competizioni, è fonte di sostentamento.
Ed è proprio al modus operandi di questo sistema che ha fatto riferimento questa mattina Braathen nelle parole che ha usato in conferenza stampa per comunicare il suo ritiro.
«Finisco qui. Per la prima volta dopo molti anni mi sento libero» ha dichiarato venerdì mattina Braathen durante la sua conferenza stampa a Sölden in Austria «Per poter continuare a sciare con questo sistema, dovrei non solo mettere da parte i miei sogni, ma anche la mia felicità. Non sono disposto a farlo. Detto questo, sono felice di annunciare che nel luogo in cui ho vinto la mia prima gara di Coppa del Mondo, mi ritirerò. Non smetto per protesta. Non ho la pretesa di essere vendicativo. Vivo secondo il motto che dice che dovrei fare sempre ciò che mi rende più felice. Penso che il sistema che abbiamo oggi non funzioni più»
In particolare il lungo conflitto si è concentrato sui diritti d'immagine. Il vincitore della Coppa del Mondo di slalom speciale della scorsa stagione infatti ha di recente realizzato un servizio fotografico pubblicitario per un marchio di abbigliamento per il quale non aveva il permesso e rischia una multa.
Assieme ad altri atleti, come Klaebo e Kilde, lo sciatore alpino ha ingaggiato un avvocato, Pål Kleven, il quale ha dichiarato che gli atleti si sono sentiti ignorati e trattati senza rispetto.
«Questa è una notizia triste ed è stata una sorpresa per tutti noi. Mi rammarico profondamente che Lucas sia giunto a questa conclusione» afferma in un comunicato stampa la presidente della Federazione Norvegese di sci, Tove Moe Dyrhaug.
Al sito norvegese VG, la presidente federale ha inoltre aggiunto:
«Sappiamo che ci sono opinioni diverse riguardo all'accordo della Nazionale. C'è un processo in corso. I diritti fotografici di proprietà degli atleti. Esistono poi percezioni diverse riguardo alla gestione dei diritti di marketing. Per questo motivo abbiamo istituito un comitato che sarà composto in modo ampio e si adatterà a un modello di squadra nazionale che sia praticabile»
Per ora rimane una tegola pesante per li sport invernali norvegesi, che per una questione che nulla ha a vedere con l’ambiente sportivo, perdono un atleta di talento e con grandi prospettive per il futuro.