Sci di fondo - 27 ottobre 2023, 06:00

La regina del fondo Marit Bjørgen svela il segreto delle sue 15 medaglie olimpiche: Mi sono allenata 800 ore all'anno in media prima del parto, poi mi sono resa conto che dovevo cambiare"

Marit Bjørgen ha rivelato il segreto dietro la sua enorme carriera e il percorso verso il dominio assoluto nell'arco di 19 anni di carriera. Ciò è avvenuto durante la conferenza dell'Olympiatoppen, l'organizzazione facente parte del Comitato Olimpico norvegese, tenutasi di questa settimana. La 43enne ha collezionato ben 15 medaglie olimpiche (record olimpico invernale), di cui 8 ori, 26 medaglie ai Campionati mondiali di cui 18 ori e la bellezza di 84 vittorie individuali in Coppa del Mondo distribuite nei 19 anni in cui ha gareggiato ai massimi livelli.

Qual è il segreto dietro questa enorme carriera? Beh, se fosse rivelabile, probabilmente tutti sarebbero capace di raggiungere i risultati che la norvegese ha raggiunto. Durante la conferenza però, Bjørgen ha condiviso alcuni aspetti molto interessanti insieme al professore di sport Guro Strøm Solli della Nord University, che ha scritto un dottorato di ricerca proprio sulla carriera di Marit. Lei stessa ha raccontato solo come si è allenata, ma anche sottolineato i momenti difficili e come abbia lavorato su se stessa per affrontarli e superarli.

Il professore, che ha avuto il privilegio di analizzare i diari di allenamento dell'intera carriera di Bjørgen, avrebbe fornito la versione scientifica. "Qui abbiamo raccolto materiale sulla formazione, consigli ricevuti, tendenze e ricerche delle 14.300 ore che Marit ha speso ad allenarsi". Avete capito bene, quasi 15mila ore di allenamento, non che sia una sorpresa. Andatevi a vedere quante ore passa a tirare e a fare esercizi di "ball handling" Stephen Curry per essere il miglior tiratore della storia della pallacanestro e capirete che tipo di sforzo ci vuole per diventare un eccellenza dello sport mondiale.

Durante i 18 anni in cui Bjørgen ha militato nella squadra nazionale d'élite norvegese, ha dedicato circa 800 ore all'anno in media, in cui ha gradualmente aumentato da 500 ore del primo anno a un massimo di 950 ore nei 365 giorni. "Se vuoi avere successo, è necessario un duro lavoro nel tempo. Ci sono molti atleti che si sono allenati più di me, ma è importante trovare la giusta metodologia che si possa adattare alle esigenze di ciascun individuo", afferma Bjørgen in un comunicato stampa. "Da junior mi allenavo 350 ore all'anno, mentre da senior circa 500 ore. Quando ho vinto il mio primo oro ai Mondiali a 23 anni, mi sono allenata 700 ore. All'età di 29 anni, avevo un'operazione con un massimo stabilito di 950 ore all'anno" afferma la nativa di Trondheim. "Poi ho ottenuto sei ori in due Campionati, dopo il parto, riducendo la quantità di allenamenti del 25%", dice Bjørgen.

Tra le altre cose, Bjørgen ha avuto un periodo in cui poneva blocchi di estrema intensità e ad alta frequenza temporale, che duravano da un'ora e un quarto a un'ora e mezza. Lo scopo era aumentare la capacità sotto sforzo prolungato. Così facendo, è potuta passare da vincere sprint a imporsi in gare su lunga distanza senza problemi. Non è stato solo il volume degli allenamenti a variare nei diversi momenti della carriera di Bjørgen, ma anche il tipo di allenamento ha subito variazioni importanti lungo il percorso che l'ha portata a diventare la fondista più vincente di sempre.

Come chiunque, anche lei ha avuto un periodo sportivamente buio. Nel corso del quadriennio olimpico da Torino 2006 fino alle Olimpiadi di Vancouver del 2010, Bjørgen ha lottato con la mancanza di forma e ha sottoperformato. "Sono arrivata a un punto in cui ho capito che non potevo continuare così. Dovevo arrivare ad assumermi la responsabilità del mio sviluppo, e prefiggermi l'obiettivo di lottare ancora una volta per una medaglia alle Olimpiadi", dice Bjørgen. La svolta è stata quando si è resa conto che doveva attuare un cambiamento, stravolgendo il suo approccio all'allenamento. Ha così eliminato i blocchi di intensità e le sessioni intense e dure, favorendo più sessioni a bassa intensità. "Marit è passata dai frequenti blocchi intensivi a due o tre sessioni impegnative alla settimana ad intensità moderata, così facendo ha potuto rilanciarsi verso il top", afferma Solli.

Non c'è dubbio che a Bjørgen non mancassero né slancio né motivazione, ma soprattutto che avesse una forza mentale che l'aiutava ad affrontare sia gli alti che i bassi. A un certo punto ha infatti realizzato come ci fosse altro nella vita, e che aveva bisogno di un periodo off. "La vita è più di una carriera sportiva - afferma Marit - Avevo 35 anni e volevo dei figli, e allo stesso tempo sentivo di non aver finito con lo sci di fondo. Poi ho ricevuto supporto da casa per continuare. Fred Børre (Lundberg, ex combinatista, ndr) è rimasto a casa per un periodo, così ho potuto allenarmi, riposarmi e recuperare". Dopo essere diventata madre, ha fatto sapere la fuoriclasse, è stato fondamentale il supporto ricevuto dal marito, ma anche il quello della Federazione, che gli permise di avere uno stipendio pari alle altre fondiste della Nazionale. "Mi è stata data la libertà di partecipare alle gare che volevo e ho ricevuto uno stipendio pieno come atleta della Nazionale. Inoltre, mi è stato consentito di portare con me la famiglia", dice Bjørgen.

La scelta è stata ricompensata dai fatti e dalle vittorie che Marit ha ottenuto successivamente. Ha infatti conquistato quattro medaglie alle Olimpiadi del 2018, diventando così l’atleta olimpica invernale più vincente di tutti i tempi.

L M