Halvor Egner Granerud è stato il miglior saltatore della scorsa stagione. Oltre alla Sfera di cristallo, il 27enne ha portato a casa il Torneo dei Quattro Trampolini, il torneo norvegese Raw Air, e ha conquistato due medaglie d’argento nella gara a squadre dei Mondiali di Planica. Tuttavia, l’inizio della preparazione per la prossima stagione non è andato come avrebbe sperato. Tutto a causa di una caduta nel mese di giugno sul trampolino di Lillehammer, costringendolo ad interrompere e alterare il piano di allenamento previsto. Il norvegese è tornato sui trampolini a luglio e ha gareggiato solo nell’ultimo fine settimana del Summer Grand Prix a Klingenthal.
Sul sito norvegese Adressa il due volte vincitore della Coppa del Mondo di salto parla in generale degli sport invernali e del loro futuro di fronte ai grandi cambiamenti climatici che stanno colpendo il nostro pianeta, confrontandolo con le atmosfere e le sensazioni dei suoi inizi.
«Quando ero bambino, un sabato o una domenica perfetti iniziavano al mattino andando a sciare e poi tornando a casa a guardare gli sport invernali per il resto della giornata. Non vedo l’ora di farlo di nuovo quando il fine settimana sarà un fine settimana e non un giorno lavorativo. Quando ho iniziato a saltare ad Asker, chi saltava più dritto durante il riscaldamento saltava per primo e lasciava il segno per gli altri. Questi sono i principi su cui è stata costruita la mia carriera sportiva. La conoscenza trasmessa ai nuovi proveniva da coloro che la possedevano. Come ha sottolineato magnificamente Tore Ovrebo: "I migliori atleti aggiungono valore di mercato alle squadre nazionali, mentre le squadre danno agli atleti le condizioni per svilupparsi e diventare i migliori."»
Granerud, come molti oggi, sente forte la preoccupazione per il futuro degli sport invernali dentro e fuori il suo Paese.
«C’è umiltà e rispetto nella nostra squadra, ma abbiamo anche la visione di diventare la nazione più importante nel Salto. Non la migliore, ma la più importante. Vogliamo essere modelli di riferimento e pensare allo sport nel suo insieme non solo oggi, ma anche in futuro. Viviamo in un mondo segnato dal riscaldamento globale e la stagione invernale è costantemente minacciata. Pertanto, non abbiamo bisogno di un nemico interno che renda difficile il reclutamento di giocatori e l’interesse per lo sport.»
Secondo il saltatore ci sono molte soluzioni affinché i giovani atleti possano svilupparsi e seguire le orme dei campioni.
«Ci sono molti modi per sostenere le future stelle. Uno di questi è il denaro e le attrezzature necessarie per operare. Il secondo è il volontariato e chi sacrifica il proprio tempo per offrire ai bambini opportunità che non si trovano da nessun’altra parte. Quando ho ricevuto le prime tute per il debutto nella Continental Cup nel 2014, non sono stati gli sponsor a pagarli. Anders Jacobsen, Tom Hilde e Anders Bardal mi hanno aiutato. Sono stato un peso finanziario per gran parte della mia carriera sportiva, e questo è ancora vero nella maggior parte dei casi. Sono una persona su cui è stato investito e a cui sono state offerte opportunità, e ora spero di poter ricambiare.»
Infine, il campione riassume la sua filosofia sportiva, richiama tutti gli atleti alla responsabilità nei confronti della comunità e delle nuove generazioni.
«Il nostro compito più importante come atleti professionisti è non dimenticare da dove veniamo e non cancellare le tracce di coloro che ci seguono. Dovremmo essere consapevoli della nostra responsabilità e fare tutto il possibile per mantenere il nostro impegno. Dobbiamo fare in modo che non venga sprecato il lavoro di tutti gli appassionati, ma anche dei genitori che dedicano tempo alla formazione e alla raccolta di insegnamenti da parte loro.»