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Salto , Sci di fondo

Caso-Klæbo – Granerud a bruciapelo: “Troviamo sempre il modo di litigare in Federazione. Non abbiamo bisogno di un nemico interno”

In un’intervista pubblicata su Adressa, Halvor Egner Granerud prende una posizione forte contro lo sviluppo di quella che ritiene essere una mancanza di cultura nello sci norvegese. La morale è che, secondo l’ultimo vincitore della Coppa del Mondo di salto con gli sci, gli atleti che sono ai vertici devono fare il proprio dovere e dare la possibilità agli altri di seguirne l’esempio. "Non abbiamo bisogno di un nemico interno che minacci il reclutamento e quindi anche l’interesse per lo sport", scrive Granerud nella cronaca.
La dichiarazioni si aggiungono alle già tantissime pervenute dopo il conflitto tra Federazione norvegese, Johannes Høsflot Klæbo e gli atleti di punta della Nazionale di sci alpino. "È questa capacità che abbiamo di finire costantemente in attriti pubblici nei vari rami, ma anche di dimenticare quelli che verranno dopo" dice Granerud alla NRK. Alla domanda a quali litigi e attriti si riferisca, Granerud risponde che "si tratta solo di sceglierne uno". "Penso che sia negativo per il reclutamento che ci siano sempre cose nuove su cui non essere d’accordo tra atleti e Federazione", aggiunge. Diversi profili molto popolari in Norvegia come la saltatrice Maren Lundby, gli opinionisti e addetti ai lavori Krister Sørgård e Clas Brede Bråthen hanno condiviso il post di Granerud sui social media, manifestando il loro consenso.
Secondo il commentatore sportivo di Adressa Birger Løfaldli, è difficile interpretare la cronaca se non come un colpo a Klæbo e agli sciatori alpini. "Sembra che ci sia un pungiglione lì, mirato soprattutto a Klæbo" afferma. Questo perché Granerud parla anche del modello nazionale e dice: "ricorda la situazione in cui ti trovavi prima di crescere e prima di avere soldi". "Non è vero – risponde Granerud – non ho assolutamente fatto nomi, questo è più un elogio al modello nazionale e non un tentativo di buttare benzina sul fuoco. Penso però che si debba fare lo sforzo di lavorare insieme in modo migliore perché – sottolinea – per litigare bisogna essere in due". "Il nostro compito più importante come atleti di punta è non dimenticare da dove veniamo, né cancellare le tracce di chi ci segue", conclude Granerud

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