Salto - 22 ottobre 2023, 20:00

Salto con gli sci - Isabel Coursier, due record del mondo infrangendo le regole nel Canada degli anni '20

photo credits - Revelstoke Museum & Archives

Negli anni '20, quando la disciplina del salto era agli albori, nel continente americano se una donna poteva saltare con gli sci, poteva farlo solo in tandem con un uomo che le teneva la mano. Skijumping.pl ci aiuta a rivivere la storia Isabel Coursier, pioniera del salto con gli sci femminile: due volte detentrice del record mondiale, è stata la prima a infrangere quella regola, rifiutando categoricamente un compagno maschio durante il volo. 

La protagonista di questa storia è nata il 21 marzo 1906, figlia dell'uomo d'affari Henry Noble Coursier e Isabella Steed Coursier. In un'epoca in cui pochissime donne nel mondo praticavano il salto con gli sci, per lei questa disciplina era una sorta di divertimento naturale. All'età di otto anni ha ricevuto degli sci fatti a mano da un amico dei suoi genitori e si è subito lasciata trasportare da queste due tavole e dalla sua immaginazione. Allo stesso tempo praticava lo sci di fondo e lo skijoring, disciplina in cui lo sciatore viene trascinato da cavalli o da cani.

Decenni dopo, in una delle sue interviste, Coursier ricorda così quegli anni: «Non cercavamo attrezzature costose o abbigliamento sportivo; i genitori semplicemente non potevano permettersi tutto ciò che oggi sembra essere standard».  

Il primo record del mondo lo stabilì nel 1922, all'età di 16 anni, sulla "collina dei suicidi" a Revelstoke, municipalità della British Columbia, in Canada, dove raggiunse la distanza di 25 metri, classificandosi terza nella competizione maschile. Sei anni dopo, migliorò il proprio record atterrando a 31,5 m. 

«Come sportiva, Isabel venne percepita positivamente anche per la sua personalità. I media enfatizzarono la sua modestia, presentandola allo stesso tempo come una ventata di freschezza in una disciplina tipicamente maschile. Il suo successo non aveva nulla a che vedere con allenamenti costosi o di alto livello. l'attrezzatura sportiva era una sorta di fascino specifico della sua persona» scrive experiencemountainparks.ca «L'atleta non ha mai utilizzato le seggiovie. Li considerava non tanto inutili, ma addirittura dannosi. Secondo lei la salita in montagna era una forma necessaria di riscaldamento, senza la quale i muscoli non avrebbero reagito adeguatamente durante la partenza.»

Il salto con gli sci, che praticava contemporaneamente ai suoi studi presso l'Università di Educazione Fisica di Montreal, non era però la sua unica passione: sportiva a 360° in questo periodo eccelleva anche nell'atletica leggera, nel tennis, nell'hockey su ghiaccio e nel basket. Ha ricevuto medaglie per i suoi successi nel baseball e nel lancio del giavellotto. Dopo il suo ritiro, avvenuto nel 1929, ha fatto la spola tra la Gran Bretagna e il Canada. Mai sposata, Isabel Coursier morì il 16 ottobre 1980 all'età di 74 anni. 

In un'intervista realizzata intorno al 1968, Coursier accusava l'atteggiamento dei giovani nei confronti degli sport invernali, o addirittura dello sport in generale, lamentando una situazione ben diversa rispetto ai tempi pionieristici che aveva vissuto da atleta, sicuramente più romantici e incontaminati.

«Sono terrorizzata dal commercialismo a cui sono esposti attualmente i giovani e mi dispiace molto per i genitori che dubitano che i loro figli debbano praticare gli sport invernali.»

A Revelstoke, dove ha ottenuto i suoi record nel salto, Coursier è davvero una leggenda locale e le sue imprese sono state celebrate con un monumento in bronzo in scala 1: 1 dello scultore canadese Ruth Abernethy. La figura è stata svelata nel 2022 in occasione del centenario del suo primo mondiale.

«Isabel è ancora oggi una fonte d'ispirazione. Siamo molto orgogliosi di mostrare questo monumento del centro città come parte della ricca cultura e patrimonio di Revelstoke. Racconta davvero la storia delle donne e la lotta per l'uguaglianza nello sport e non solo» ha affermato Miriam Manley, direttore esecutivo di Arts Revelstoke.

Federica Trozzi