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Olimpiadi

Milano Cortina – Parla il bob a 2 francese: “Gare fuori dall’Italia? Bizzarro. Abbiamo sempre sperato per Cesana!”

Nel febbraio 2026, tra ventotto mesi esatti, si svolgeranno i XXV Giochi Olimpici Invernali di Milano e Cortina d’Ampezzo, binomio eletto nel giugno 2019 dalla 134a Sessione del CIO riunita a Losanna (Svizzera). Dopo le note vicende sulla pista di discipline da budello (Slittino, skeleton e bob), in cui era noto nel dossier di candidatura italiana che avrebbero beneficiato del rinnovamento della pista olimpica Eugenio-Monti, utilizzata durante l’edizione dei Giochi Olimpici del 1956 e dismessa per molti anni. Così non è stato, adesso si cerca di trovare una soluzione in corsa per evitare che 13 gare si disputino al di fuori della Penisola.
Ovviamente dall’estero iniziano ad arrivare i primi commenti negativi sulla vicenda da parte di chi pratica la disciplina e spera di gareggiare durante le Olimpiadi 2026. Ad esempio, due atlete francesi che praticano bob si sono duramente espresse alla rivista online NordicMag, affermando come avessero già un’idea di come a Cortina difficilmente si sarebbe andati. Coltivavano però il pensiero che potesse tornare utile la pista di Cesana, che ha ospitato le gare di Torino 2006. “Si sentiva da tempo che per Cortina stava diventando complicato, ma abbiamo sempre sperato per Cesana [la pista delle Olimpiadi del 2006, ndr] e non immaginavamo che questo potesse accadere”, spiega Margot Boch alla rivista francese. "Ovviamente la delusione è tanta, tanto per noi quanto per tutti gli atleti dei nostri sport, compresi gli italiani per i quali è un sogno completamente infranto. Questo non fa bene al nostro sport"
Ci troveremo fuori dal paese che ospita i Giochi Olimpici, questo si tradurrà in un evento bizzarro”. Tra le possibili soluzioni, si parla anche dell’Austria, con Igls, che però sembra lasciare qualche perplessità. Molti atleti eviterebbero la pistaa austriaca perché "la competizione si trasformerebbe in un campionato di spinte, a causa delle caratteristiche tecniche del percorso" analizza Margot Boch. "Ciò non darebbe una buona immagine del nostro sport".

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