Non si placano le polemiche in Norvegia, dopo la lettera scritta da cinque fondiste diaciannovenni (Mille Marie Storlien, Hedda Magnussen, Elise Fredheim Simonsen, Synne Børresen Bollingmo e Mina Sofie Kjærås Moland), che avevano criticato le piste, ritenendo che l’assenza di tracciati adatti a fasce di età differenti possa spingere a mettere sotto una pressione malsana il proprio corpo (clicca qui). La risposta della Federazione norvegese non era piaciuta, in quanto conteneva anche un’accusa alle ragazze. «Avremmo preferito che ce lo avessero riferito prima di rendere la cosa pubblica. Stiamo comunque lavorando alla creazione di piste più varie e meno difficili da affrontare» aveva detto, Husby, responsabile degli eventi nella Federazione di sci.
Nella sua risposta ufficiale, però, la Federazione Norvegese di sci aveva anche scritto che era ormai troppo tardi per accontentare la richiesta delle ragazze durante l’incontro autunnale dell’Associazione di sci. Il caso avrebbe dovuto essere inviato al comitato nazionale prima del 1 ottobre, ma poiché la lettera è stata inviata tre giorni prima dell’incontro autunnale, l’ordine del giorno era già stato visto e comunicato.
Una risposta che ovviamente non è piaciuta alle atlete, come sottolineato da Mina Sofie Kjærås Moland: «Pensiamo che sia uno strano messaggio da dare quando proviamo a parlare apertamente. Speriamo che questo problema venga sollevato nell’incontro autunnale, anche se hanno scritto che non sarà così. Spero ancora che si rendano conto che si tratta di un argomento così importante che dovrebbe essere sollevato. Ho ricevuto molti feedback da altre ragazze nella stessa situazione, ma anche da parte di allenatori e genitori che ci sostengono per aver parlato apertamente. Probabilmente dimostra che c’è un problema».
Il responsabile degli eventi, Husby ha sottolineato che l’Associazione sciistica sta lavorando ai cambiamenti. «So che siamo sulla strada giusta, ma è chiaro che ci vorrà del tempo per cambiare tutte le piste dello sci in Norvegia. Il terreno non cambia modificando eventuali regolamenti. È un processo». Il dirigente ha poi però confermato che l’argomento non sarà trattato nell’incontro autunnale della Federazione di Sci: «Così è il nostro sistema politico. I casi vengono registrati tramite i nostri sci club. Avrebbero dovuto iniziare passando attraverso uno di essi, che avrebbe poi presentato il problema. Ora l’agenda è fissata».
Molto dispiaciuta anche un’altra delle cinque protagoniste della lettera, Synne Bollingmo: «Per noi è stato difficile scrivere quella lettera e siamo rimaste abbastanza deluse dalla risposta che abbiamo ricevuto. Non sappiamo se hanno compreso appieno cosa intendevamo. Inoltre, non hanno trovato sufficienti misure concrete su cosa fare in futuro». ha detto la portavoce del gruppo di fondiste norvegesi Synne Bollingmo.
Dalla parte delle giovani atlete si è schierata anche Jorunn Sundgot Borgen, professoressa presso l’Accademia sportiva norvegese, che interpellata da NRK. ha dichiarato: «È un male che debbano essere delle giovani atlete la forza trainante per attuare dei cambiamenti che possano aiutare a prevenire i disturbi alimentari nel proprio sport. Abbiamo visto più volte durante la passata stagione, che le atlete devono fare di tutto affinché si verifichi qualcosa che possa prevenire i disturbi alimentari. Molti hanno fatto uno sforzo, ma ora le ragazze sono di nuovo lì. È vergognoso. I cambiamenti verranno apportati in questa stagione. Naturalmente le ragazze devono avere profili di tracciati impegnativi, ma non solo piste che favoriscano i corpi più leggeri, che portano poi le atlete a doversi spingere al limite sul proprio peso».
Sundgot Borgen ritiene che molte giovani atlete smettono di praticare sport a causa dei cosiddetti problemi di peso. «Gli studi dimostrano che un terzo delle atlete junior e senior abbandona l’attività sportiva a causa della propria sfida con il peso. Questo vale per tutti i tipi di sport».
Un argomento delicato, da trattare con grande serietà e attenzione.
Sci di fondo e disturbi alimentari, nuove critiche alla Federazione norvegese: “È un male che debbano essere le atlete a sollevare il problema”
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