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Sci di fondo

Sci di fondo – Pierre Mignerey mette in guardia sull’indipendenza commerciale degli atleti: “Solo pochi atleti sarebbero in grado di farlo”

Quella appena conclusa è stata un’estate molto movimentata in Norvegia: oltre ai problemi di natura finanziaria per la Federazione di Sci, molti dei più grandi profili del mondo degli sport invernali norvegesi, tra cui ovviamente Johannes Høsflot Klæbo, si rifiutano di firmare l’accordo della squadra nazionale a causa di una disputa in corso con la Federazione sulla proprietà dei diritti di mercato degli atleti. Il cosiddetto “accordo di rappresentanza” che, oltre ai diritti dell’atleta, implica anche dei doveri, di natura sportiva e di marketing, come ad esempio quando utilizzare l’abbigliamento e i loghi rappresentativi della federazione sull’abbigliamento. 
Sulla questione, intervistato da VG, è intervenuto anche Pierre Mignerey che, dopo essere stato per diversi anni il direttore della Coppa del Mondo di sci di fondo, da un anno ormai è direttore tecnico della nazionale della Federazione francese di Sci. Il dt teme che concedere agli atleti un eccessivo spazio di manovra commerciale possa essere una scelta pericolosa per le federazioni.
"Le federazioni arriveranno a un punto in cui non potranno finanziare accordi sportivi per le squadre senior. Solo pochi atleti sarebbero in grado di creare la propria struttura. Molte nazioni sono già sull’orlo del precipizio e faticano a mettere in atto il programma sportivo necessario per competere ai massimi livelli” 
Questa primavera, del resto, la Francia ha effettuato importanti tagli al budget che hanno costretto a chiudere le squadre giovanili e rinunciare ad alcune tappe di IBU Junior Cup per limitare le spese.
Alle dichiarazioni di Mignerey ha risposto Pål Kleven, l’avvocato che rappresenta gli sciatori alpini e Klæbo nel conflitto di mercato con la federazione: "Condivido in gran parte le preoccupazioni di Mignerey. È essenziale che le finanze della federazione siano salvaguardate nel miglior modo possibile e che gli atleti contribuiscano a questo attraverso il cosiddetto modello di squadra nazionale. Tuttavia, affinché il modello di squadra nazionale sia sostenibile ed equo, deve essere gestito in conformità con le regole applicabili, vale a dire che gli atleti devono avere il controllo e il diritto di codecisione sull’uso dei loro diritti di immagine. Altrimenti, temo che altri atleti saranno insoddisfatti e lasciati fuori dalla squadra nazionale in futuro. E vorrei ricordarvi che lo stesso comitato legale della NSF ha dichiarato che gli atleti stanno combattendo per difendere il modello della squadra nazionale norvegese.”
La questione dei diritti di immagine e della gestione degli sponsor personali contrapposti a quelli della nazionale è molto sentita in Norvegia. Quando si stipulano accordi tra federazione e sponsor, viene normalmente concessa la cosiddetta esclusività del settore, vale a dire che né la federazione di sci né gli atleti possono stipulare accordi di sponsorizzazione nello stesso settore.
Negli ultimi giorni, si è alzato un polverone per un post social dello sciatore alpino Lucas Braathen fatto in collaborazione con i suoi sponsor e il combinatista Jarl Magnus Riiber è stato convocato dalla federazione per risolvere alcuni problemi legati proprio al conflitto di interesse tra i proprio sponsor e quelli della squadra norvegese
Pierre Mignerey afferma che esiste la stessa esclusività del settore per gli sponsor in Francia, ma che gli atleti possono sponsorizzare esporre i propri sponsor privati su cappelli e caschi. Questo desiderio di maggior indipendenza da parte delle stelle dello sci norvegese però fa il gioco, secondo il francese, di chi sostiene che sia arrivata l’ora di avere team privati in Coppa del Mond, a discapito delle squadre nazionali.
"Un tale sistema avrebbe ovviamente una grande influenza sull’intera struttura dello sci nel mondo. Perché la maggior parte delle risorse delle diverse federazioni proviene dalla commercializzazione dell’immagine delle loro migliori squadre. Meno risorse per le federazioni significherebbe problemi a finanziare tutti gli altri programmi sportivi, come lo sviluppo, le palestre, le squadre giovanili e la partecipazione alle classi più giovani"
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