Matti Nykänen, protagonista del salto con gli sci negli anni ’80, è considerato uno dei saltatori più forte di tutti i tempi, con le sue cinque medaglie d’oro ai Campionati Mondiali e quattro medaglie d’oro olimpiche. Morto nel 2019, a soli 55 anni, per un’infiammazione cronica del pancreas e un’infiammazione polmonare acuta. Non è un segreto che abbia vissuto una vita turbolenta.
Questa settimana in Finlandia è uscito un nuovo libro su Nykänen, scritto da Kai Ekholm, saggista pluripremiato, dal titolo “Matti Nykänen – Un ragazzo incatenato alle nuvole.” Ekholm ammette di non aver mai incontrato Nykänen, nonostante vivessero nella stessa città.
Nel libro, si riferisce alla leggenda come a un "mostro morale che non si è assunto alcuna responsabilità". Si afferma inoltre, secondo Aftonbladet, che l’ex saltatore con gli sci era "una calamita che tirava su merda e disastri".
La reazione della moglie, Pia, non si è fatta attendere. “Wow, ha scritto proprio una vera schifezza. L’autore ovviamente non ha idea di chi fosse il vero Matti. Sembra che stia solo cercando attenzione. Non si scrive così di una persona che riposa in una tomba.”
La vedova ammette inoltre candidamente che Nykänen non fosse un modello di virtù. Fuori dal trampolino, era sempre pronto per una festa e un drink. Dopo la sua carriera agonistica, si è dedicato alla musica.
"Tutti sanno che Matti è morto di alcolismo e che è stata quella malattia che lo ha portato a comportarsi a volte in modo problematico. La tossicodipendenza non è mai buona. Ma Matti non è stato certo l’unico tossicodipendente in questo paese. Matti non era davvero una persona cattiva. Lontano dai riflettori, pensava sempre a tutti gli altri prima che a sé stesso. Ricordo quel Natale quando preparò del cibo in un piatto e lo diede a un uomo solo che viveva nel vicinato.”
La vedova crede che Nykänen avrebbe citato in giudizio l’autore se lo avesse letto.
Sulla questione è intervenuto anche Juha Kanerva, giornalista sportivo finlandese, che ha attaccato violentemente il libro sul campione, secondo quanto riporta Suomiurheilu. Kanerva ha elencato una grande quantità di errori fattuali nel lavoro di Ekholm,. Questo però non era il problema più grande. “Il libro con la sua valanga verbale lascia un senso più sgradevole al di là degli errori fattuali. Ekholm ha detto che raccoglie storie e in questo lavoro colpisce brutalmente sotto la cintura. Quando l’obiettivo è una persona che giace in una tomba, il modo è eccezionalmente spietato e decisamente offensivo”