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Biathlon

Sci di fondo – Norvegesi di supporto a Bolshunov: “La situazione colpisce anche i russi. E’ brutale”

Alla fine di settembre è arrivata la notizia che la casa d’infanzia di Alexander Bolshunov era stata colpita dai resti di una bomba. La casa dei genitori si trova a tre chilometri dal confine ed è quindi sotto tiro. Alcune parti della casa sono state distrutte, ma nessuno sarebbe rimasto ferito. I genitori si rifiutano di lasciare la proprietà e si dice che Bolshunov sia molto preoccupato. E’ altresì di pochi giorni fa la notizia che i russi saranno esclusi dalle gare internazionali neanche per la stagione 2023-24. Ci prepariamo dunque alla terza stagione in cui gli atleti russi delle discipline olimpiche invernali sono costretti a restare ai box.
Alcuni ex-colleghi di Bolshunov si sono espressi con parole di conforto. "È brutale. È difficile da immaginare quando si vive qui, nella sicura Norvegia" dice Harald Østberg Amundsen a Nettavisen riguardo alla situazione in cui si trova ora Bolshunov. Il podio dell’ultima 50 chilometri di Oslo ha partecipato a diverse gare contro il russo, ma al momento non ha contatti con il russo. "Non voglio prendere parti sulla guerra, ma in Norvegia sono più o meno tutti d’accordo sul fatto che sono la Russia e Putin a doversi ritirare. La guerra non è mai una notizia divertente, quindi spero solo che si svolgano colloqui di pace il prima possibile" afferma. Per norvegesi e non solo, il divieto dovrebbe essere mantenuto finché c’è la guerra, ma non c’è dubbio che l’assenza dei russi influenzi lo sci di fondo. Senza la potenza russa, unica nazione a poter tenere testa agli scandinavi, la Norvegia si ritrova con il ruolo di "cantante solista" nel panorama del fondo mondiale.
"È difficile per noi familiarizzare con la situazione sia in Russia che in Ucraina. Sebbene colpisca più duramente l’Ucraina, colpisce anche i russi – spiega Simen Hegstad Krüger  È molto spiacevole leggerlo, soprattutto vorremmo che tutto questo finisse e potessimo tornare a competere sulle piste da sci". Anche Martin Løwstrøm Nyenget si è espresso in tal senso: "Non è mai bello sentire una cosa del genere. La guerra non è poi così lontana da noi, anche se qui in Norvegia siamo al riparo. Spero che arrivino ad un accordo e che finisca presto".

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