Intervistato da SkiChrono, l’allenatore del gruppo “Osservati” della nazionale francese di Fondo, Mathias Wibault, fa una valutazione sulla condizione dei suoi atleti; in particolare, Wibault si concentra su Maurice Manificat e Arnaud Chautemps, che dopo molte stagioni si sono trovati a non avere più un pettorale assicurato per la Coppa del Mondo.
«Quest’anno è molto diverso con più di un veterano che vengono dalla Coppa del Mondo; Maurice (Manificat), Arnaud (Chautemps) et Victor (Lovera) ; e quattro atleti più giovani che non hanno ancora 23 anni, che hanno acquisito esperienza in occasione degli ultimi Mondiali U23 con buoni risultati, sono affamati e hanno voglia di salire di livello. L’estate è andata incredibilmente bene, con il Centro Nazionale di Allenamento di Prémanon come campo base»
Come si fa a combinare dei giovani ambiziosi assieme a dei veterani in cerca di riscatto? Wibault assicura che è molto più facile di quanto sembri e tutto è accaduto molto rapidamente.
«Per me è importante che ci sia la chimica per far salire di livello tutti. In questo gruppo ci sono profili di sprint/distanza ed età molto diverse, come Mathis (Desloges) che ha 21 anni e Maurice che ne ha 37; ma credo che questa differenza abbia fatto sì che si siano amalgamati molto bene. Ognuno apporta qualcosa agli altri. Maurice ha qualcosa da dare ai giovani, ma anche loro lo spingono al limite e tutti ne beneficiano. Tutti puntano a raggiungere il massimo livello quest’anno e hanno le qualità per farlo, e l’obiettivo è che tutti si aiutino l’un l’altro in modo che l’intero gruppo possa migliorare il proprio gioco.»
Con un gruppo così eterogeneo anche il lavoro dell’allenatore inevitabilmente cambia.
«Mantengo un discorso globale, ma alla fine abbiamo cercato di lavorare tanto individualmente con la preparazione fisica e programmi individualizzati in base alle qualità di ciascuno e su cosa devono concentrarsi, dato che si tratta di un gruppo molto diverso in termini di età . È diverso rispetto all’anno scorso, quindi ho cercato di strutturarmi in base a questo e a Prémanon abbiamo un aiuto esterno su cui faccio affidamento per ottenere il meglio da tutti. Con i più piccoli forse sono un po’ più prescrittivo nell’organizzazione; mentre con Maurice è stata più costruita e condivisa, ma ho sempre voluto mettere l’atleta al centro del progetto. Anche tra i più giovani cerco di sentire il loro parere perché alcuni hanno già un ottimo feeling e sentono bene le cose. E viceversa, atleti più esperti che potrebbero aver bisogno di una guida in più. Ma ovviamente ho un altro tipo di discussione con Maurice, ci conosciamo da molto tempo, siamo stati nel comitato e in un gruppo federato insieme, entrambi abbiamo una vita familiare da gestire…»
Quando l’arrivo di Manificat nel gruppo Relève è stato svelato, si era capito subito che si sarebbe trattato di una sfida per lo staff che ne avrebbe curato la preparazione. «L’ho trovato anche molto motivante, perché Maurice e Arnaud vengono dalla Coppa del Mondo e non avranno altre possibilità, questo è il momento di dare tutto. Ho subito sentito che Maurice era molto aperto su questo argomento e questo va a suo merito perché non sono sicuro che tutti avrebbero accettato. E una volta che l’atleta è d’accordo, la discussione diventa molto più semplice. »
Avere in squadra atleti di grande esperienza porta qualcosa in più in allenamento che non può far altro che beneficiare tutto il gruppo.
«Per Maurice c’è già la sua velocità di movimento che fa la differenza rispetto ad un gruppo più giovane che di norma non avrebbe un leader in termini di esperienza. Ci sono anche molte discussioni durante i raduni. I giovani fanno tante domande su come funzionano le selezioni, sulle delusioni, sui grandi successi… ed è super costruttivo, perché permette loro di risparmiare un po’ di tempo. Hanno anche il livello della Coppa del Mondo ogni giorno in allenamento, quindi vedono dove devono arrivare.»