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Paralimpiadi 2024 – Le reazioni del movimento paralimpico alla sospensione parziale di Russia e Bielorussia

In questi giorni, all’interno dell‘Assemblea Generale del Comitato Paralimpico Internazionale, è arrivata la decisione di sospendere solo parzialmente i Comitati Nazionali di Russia e Bielorussia, permettendo agli atleti di partecipare così alle Paralimpiadi di Parigi del prossimo anno, pur presentandosi sotto bandiera neutrale e alle condizioni che saranno stabilite dal Board del CPI in una seconda fase. Andrew Parsons, presidente del CPI, ha esortato "tutti i membri del CPI a rispettare pienamente" la decisione. Tuttavia le reazioni sono state comunque contrastanti: da un lato, gli oppositori hanno avvertito il CPI di aver aperto un vero e proprio “vaso di Pandora”, dall’altro però la Russia parla “discriminazione”.
Il presidente del Comitato Paralimpico Russo (CPR) Pavel Rozhkov ha affermato che la sospensione parziale è stata dovuta al suo lavoro di riabilitazione delle persone ferite nella guerra in Ucraina e ha tentato di creare un’alternativa agli Invictus Games, i giochi per i veterani di guerra feriti. "Tali attività di riabilitazione sono una pratica comune in molti altri paesi, in particolare gli Stati Uniti e il Canada hanno dichiarato apertamente di utilizzare gli sport paralimpici per fornire supporto al personale militare divenuto disabile" 
Secondo Rozhkov, questa differenza di trattamento è stata visibile negli Invictus Games che nel mese di settembre si sono tenuti a Düsseldorf, in cui il personale militare ucraino che è rimasto ferito durante l’attuale conflitto ha preso regolarmente parte.
Sia la Russia che la Bielorussia possono presentare ricorso contro la sospensione parziale, e Rozhkov ha detto all’agenzia di stampa statale TASS  che il Comitato russo sta "considerando possibili soluzioni e continuerà a cercare il pieno ripristino dei suoi diritti legali". Ha affermato che la decisione è "ingiusta" e le restrizioni "illegali e contrarie alla Costituzione e alle regole etiche del CPI, poiché riflettono principalmente la posizione politica del CPI", definendo il requisito dello status neutrale per gli atleti russi una "discriminazione".
Il ministro dello sport russo Oleg Matytsin ha affermato alla TASS  che "il movimento sportivo globale è stanco della politicizzazione dello sport e delle decisioni distorte per soddisfare gli interessi dei singoli paesi".
Al contempo, nemmeno l’Ucraina e molti dei suoi alleati hanno trovato piena soddisfazione per la decisione presa. Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, ha affermato che la decisione avrebbe incoraggiato la Russia a proseguire nella guerra.
"Consentire la partecipazione dei russi ai Giochi Paralimpici e alle competizioni calcistiche giovanili, non espellere la Russia dalle istituzioni e organizzazioni internazionali, non emettere mandati di arresto in alcuna giurisdizione per funzionari di alto rango per coinvolgimento in crimini di massa, consentire alle società internazionali di commerciare con la Russia – tutto ciò, in primo luogo, prolunga la guerra" ha dichiarato su X (Twitter) "in secondo luogo, spinge la Russia ad aumentare i livelli di violenza di massa in Ucraina per esercitare pressione sulle élite globali e costringerle ad accettare il diritto della Russia di ignorare le leggi internazionali"
I paesi nordici – Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca – insieme a Gran Bretagna, Canada, Irlanda, Estonia e Lituania sono tra coloro che hanno dichiarato pubblicamente di aver votato per la sospensione totale di Russia e Bielorussia.
Il presidente del Comitato Paralimpico canadese Marc-André Fabien ha commentato "siamo delusi dai risultati" del voto ed esprime "solidarietà agli atleti, agli allenatori e al personale di supporto in Ucraina. Crediamo nel potere dello sport di unire e avere un impatto significativo nella creazione di una società più inclusiva e accessibile, e al centro di tutto ciò c’è la sicurezza, la protezione e il benessere"
Il vicepresidente del Comitato olimpico e paralimpico norvegese e della Confederazione sportiva Arne Bård Dalhaug ha tenuto un discorso a nome delle nazioni nordiche all’Assemblea generale in Bahrein. Ha avvertito che consentire alla Russia e alla Bielorussia di partecipare costituirebbe un pericoloso precedente. "Sì, ci sono altre guerre in corso nel mondo, ma non riguardano la conquista di un altro paese e il furto dei territori che possiede. Immaginate quali potrebbero essere le conseguenze se lasciassimo che ciò accada, ovvero che i confini tra paesi accettati a livello internazionale possano essere semplicemente cancellati dalla mappa con la forza militare. Accettare il comportamento della Russia aprirebbe il vaso di Pandora delle guerre." In seguito Dalhaug ha espresso disappunto, ma ha promesso di rispettare la decisione dell’IPC.
Il direttore di Parasport Danimarca Ivan Løvstrup è d’accordo, pur mantendendo un approccio più diplomatico: "Anche se fa male, dobbiamo accettare che la maggioranza ha scelto di intraprendere una strada che non ci piace. In Russia lo sport è usato come mezzo di propaganda e, per quanto possibile, vorremmo privarli dell’opportunità di farlo. Quando un’esclusione non è stata possibile, la cosa migliore dopo tutto è partecipare sotto una bandiera neutrale."
Il segretario generale del Comitato Paralimpico finlandese Riikka Juntunen ha offerto una riflessione critica sulla decisione dell’Assemblea Generale. "Lo sport organizzato per disabili è nato dopo la seconda guerra mondiale e si basava sulla riabilitazione dei feriti di guerra. Negli sport internazionali per disabili, le persone che si trovavano su fronti opposti della guerra e che erano disabili hanno mostrato al resto del mondo che l’interazione pacifica e la competizione sono possibili. L’intero sport per disabili si basa sull’idea che non ci sarà mai un’altra guerra. La decisione di oggi dimostra tristemente quanto sia corta la memoria dell’umanità. In questa fase non verrà presa alcuna decisione finale per la Finlandia, ma sottolineo che nel Comitato Paralimpico finlandese le decisioni vengono sempre prese innanzitutto tenendo conto degli interessi degli atleti paralimpici finlandesi e dopo aver ascoltato la loro opinione."
Dello stesso avviso sono i presidenti del Comitato Paralimpico lituano  ed estone. Entrambi hanno affermato che i prossimi passi per i rispettivi comitati saranno delle discussioni interne nei propri paesi, non solo a livello di Comitato Nazionale ma anche a livello governativo.
Critiche alla posizione del CPI sono arrivate anche dalla Gran Bretagna, dalla voce della segretaria alla Cultura Lucy Frazer. "C’è un chiaro consenso – da parte di una coalizione di nazioni che la pensano allo stesso modo, incluso il Regno Unito – sul fatto che non dovrebbe esserci alcuna rappresentanza statale russa e bielorussa nelle competizioni sportive, mentre la guerra in Ucraina continua. Mentre rispettiamo pienamente l’autonomia dello sport, il voto di oggi del Comitato Paralimpico Internazionale è profondamente preoccupante. La situazione rimane invariata in Ucraina, con persone innocenti che continuano a perdere la vita per mano dell’aggressione russa, tra cui oltre 300 atleti e allenatori ucraini che avrebbero potuto essere ai Giochi di Parigi. Continueremo a lavorare in modo costruttivo con il CPI, insieme alle federazioni sportive, agli organi di governo e agli organizzatori di eventi, per garantire che solo gli atleti russi e bielorussi completamente neutrali possano partecipare".
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