Biathlon - 01 ottobre 2023, 16:10

Biathlon - La salute mentale e l'allenamento: un viaggio personale e individuale al centro della Webinar dell'IBU

Ogni anno l'IBU organizza dei seminari online che coinvolgono un gruppo eterogeneo di individui e in cui atleti, allenatori e rappresentanti delle federazioni nazionali, condividono le proprie conoscenze ed esperienze. L'Athlete Webinar di quest'anno è stato incentrato sullo sviluppo di una cultura dell'allenamento sana e positiva. 

Marie-Laure Brunet, ex biatleta francese e coach di salute mentale, ha condiviso il suo percorso, mettendo in luce le sfide che ha affrontato durante la sua carriera di biatleta e come ha sconfitto i problemi di salute mentale dopo il burnout di cui è stata vittima durante i Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014.

"Il mio compito nella staffetta era quello di fare la differenza di tempo e consentire un ingresso regolare per le mie compagne. Ma il mio corpo si è rifiutato di andare avanti: sono crollata nel bel mezzo della frazione e la mia vita ha preso una svolta che non avevo pianificato. Ho deciso di fare del mio meglio per uscire dalla situazione. Sono entrata in terapia, che mi ha aiutato ad analizzare le cose prima di poterle capire e trasformarle in conoscenze applicabili. Col senno di poi, era chiaro che quel burnout era iniziato tre anni prima di Sochi 2014, ma ho ignorato tutti i segnali di avvertimento. Non ero felice. Mi sentivo stanca, ma ho spinto il mio corpo oltre i suoi limiti".

Brunet ha inoltre dichiarato: “Allenatori, medici e altri membri dello staff della squadra condividono tutti la responsabilità per il benessere dell'atleta. Non si devono sopprimere i sentimenti e gli istinti”

La salute mentale nello sport fa riferimento ad un universo molto ampio, che va dal benessere emotivo, psicologico a quello sociale. Il suo mantenimento è fondamentale sia per le prestazioni che per il benessere e comprende la capacità di gestire lo stress e la pressione, nonché l'abilità di mantenere una mentalità positiva, riconoscendo che si tratta di un viaggio profondamente personale e individuale per ogni atleta. 

In questo senso, l'intervento di Sverre Olsbu Roeiseland, allenatore della squadra tedesca femminile di biathlon, è stato sicuramente prezioso: partendo dalla propria esperienza con le federazioni norvegese e tedesca, ha spiegato quanto sia importante creare un ambiente di lavoro in cui ogni individuo si senta apprezzato, promuovendo così la crescita olistica e il benessere degli atleti. "C'è più spazio per l'allenamento individuale in Norvegia. Per questo motivo, gli atleti acquisiscono una comprensione più profonda dell'allenamento e delle loro esigenze, ma ricevono meno feedback dagli allenatori rispetto alla Germania. Entrambi gli approcci hanno punti di forza e di debolezza. Lavorando con la squadra tedesca, abbiamo optato per il rapporto 80:20: 80% di squadra e 20% di allenamento individuale".

"Una buona squadra ha un processo di apprendimento e condivisione. Ognuno è unico e diverso. Tutti sono responsabili del successo, non solo gli atleti. Un buon spirito di squadra dà forza a tutte le persone coinvolte, ma l'intero team deve lavorare per questo ogni giorno".

All'incontro era presente anche Allison Forsyth, che anche se non appartiene alla “carovana” del biathlon da veterana dello sci alpino, è però una sostenitrice della salvaguardia degli atleti. Attingendo dalle sue esperienze personali, ha guidato i partecipanti nella creazione di uno spazio sicuro e positivo per atleti e allenatori a tutti i livelli. Forsyth infatti è stata vittima di abusi sessuali all'interno dell'ambiente sportivo e ha delineato quattro fanalini di allarme per riconoscere l'adescamento dei predatori sessuali all'interno del team: favoritismo, legame personale / relazione al di fuori dello sport, isolamento mentale e/o fisico e infine complicità, creando nell'atleta un senso di colpa. 

"Quando senti che qualcosa non va, dovresti prima chiederti: è qualcosa che sarebbe permesso all'interno del sistema scolastico? E poi: mi sentirei a mio agio se questo accadesse a un amico?" ha detto Forsyth in un passaggio chiave.

Nell'occasione la Biathlon Integrity Unit ha confermato il suo totale supporto sui temi trattati, ricordando ai partecipanti della possibilità di usufruire di una hotline di segnalazione creata appositamente della BIU. L'evento, che ha riscontrato una grande partecipazione, ha dimostrato la volonta di molti nella comunità del biathlon di costruire una cultura di allenamento positiva.

Federica Trozzi